Escursione Trekking: Baroncelli e la valle del Rimaggio

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Percorso ad anello

Difficoltà: E T

Escursione facile in parte su strada asfaltata. Dislivelli minimi. È possibile rifornirsi di acqua nei pressi di Croce a Varliano. Punti di ristoro: a Bagno a Ripoli e a Croce a Varliano.

Accesso: parcheggio piazza della Vittoria (Bagno a Ripoli 75 m.)

Tempi: 5 ore circa

Coordinate: Bagno a Ripoli 43° 45’ 12” N 11° 13’  60” E

Il Percorso

Bagno a Ripoli – Baroncelli

Da Piazza della Vittoria si percorrono Via Matteotti, Via I Maggio e quindi Via Roma in salita. In questo primo tratto osserviamo il Municipio che ospita gli uffici comunali dal 1931; la locale stazione dei Carabinieri, posta in Via Matteotti.

In fondo a Via I Maggio spicca la semplice facciata dell’Oratorio di San Nicola di Bari, risalente al 1860.

Salendo per Via Roma si raggiungono Via Enriquez-Agnoletti e Via Torta che ripida si inerpica sino a Baroncelli (164 m). Qui si nota la facciata cinquecentesca di Villa il Crocicchio. Una lapide, quasi illeggibile, apposta sul portone nel 1869, ricorda Niccolò Machiavelli nel quarto centenario della nascita.

Con una breve deviazione, a destra, si può raggiungere la chiesa di Baroncelli, posta sulla sommità del colle.

Tornando indietro si continua in Via di Baroncelli, che avanza stretta tra un muro ed una fila di vecchi edifici sui quali spicca un tabernacolo con il rilievo in marmo di una Madonna con Bambino. Pochi passi e si scorge l’Oratorio del Crocifisso. La chiesetta, vigilata da due snelli cipressi, conserva al suo interno un affresco con una scena della Crocifissione ed è attualmente oggetto di un attento restauro. Sulla destra il Cimitero di Baroncelli, risalente alla seconda metà del XIX sec. mostra all’interno un bel loggiato in stile greco-romano.

Tra morbide salite, curve e discese costeggiate da campi e prati si raggiunge Villa La Colombaia detta anche Ramione o Baroncelli I.

Raggiunto il complesso di una ex-colonica, ampiamente restaurato e trasformato in struttura residenziale si volta a sinistra. Lo stradello conduce a Centanni e quindi a Croce a Varliano.

Centanni – Croce a Varliano

Via di Centanni si inoltra pianeggiante nella campagna e raggiunge l’omonima colonica che deriva dal declassamento di una medioevale Casa da Signore risalente, presumibilmente, alla fine del XIII s.; dal complesso, oggi ampiamente restaurato, emerge una torre scapitozzata che in epoca contadina era stata adibita a piccionaia.

Continuando si raggiunge Villa Prosperi (1884), dove sopravvive lo spiazzo che un tempo doveva essere l’aia della colonica.

Più avanti, seminascosta dal verde, s’intravede Casa La Croce.

La strada raggiunge Croce a Varliano, il borgo, allungato sulla provinciale Via Roma, deve il nome dall’Oratorio della Croce fattovi costruire dai Peruzzi nel XIII secolo.

All’incrocio tra Via Roma e Via della Croce si nota una bella insegna in marmo che indicava la presenza di un’antica macelleria; accanto, ormai consunto dal tempo, il Tabernacolo dell’Annunciazione, documentato già nel XVI secolo.

L’escursione continua per Via della Croce che inizia a scendere verso la valle del Rimaggio.

Torre di Terigi – Il Mulino – Vignalla

Scendendo vediamo, sulla sinistra, un vasto complesso residenziale che nel tempo ha avuto toponimi diversi ma sempre riferiti al cognome di chi lo abitava. In alcune cartografie era detto “Andreina”, infatti, nel 1820, vi era un podere dei Signori Andreini. Nel 1873 era denominato “Casa Sbolgi”, mentre negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale era detto “Torricini”. Oggi è localmente conosciuto con il toponimo “Il Papini”.

La passeggiata continua su Via del Mulino di Vernalese e risale la valle del Rimaggio. Fatto un breve tratto, a sinistra, si nota il cancello d’accesso all’edificio che nel 1774 era indicato come “Mulino del Bigallo” e nel 1873 come “Mulino della Croce”. Osservando con attenzione il complesso e le rive del fosso, si può riconoscere il tracciato della gora. Dopo aver attraversato il torrente la strada sale, costeggia l’edificio della ex-colonica I Masselli e raggiunge il complesso di Villa Vecchia, localmente detto Casa Rossa. All’incrocio si prende a destra per Via di Vicchio e Paterno e in breve si raggiunge la Torre di Terigi.

La strada scende fino al ponte sul Rimaggio, che localmente viene detto “Il Borro di Tommasino”, l’antico toponimo che lo accompagna da qui sino alla sorgente, era presumibilmente riferito al nome di un colono della zona.

Solo dopo avere attraversato il ponte si scorge l’irregolare e compatta costruzione del Mulino. Salendo la strada diventa un piacevole viottolo circondato da un paesaggio rurale dominato dall’ulivo e giunge Vignalla. Ancora un po’ di salita e la strada si immette in Via di Terzano

Paterno – Arco del Camicia – Via del Carota

Via di Terzano ci accoglie con la bianca costruzione della chiesa di Santo Stefano a Paterno affiancata dall’alto campanile. Sul lato destro della strada il muro di cinta di nuova costruzione che ripete le antiche decorazioni a graffito.

Precede la chiesa un anonimo cancello che conduce alla villa denominata Il Poggio, grandiosa costruzione cinquecentesca ampiamente rimaneggiata nel XIX sec. Il cancello ai piedi della scalinata della chiesa mostra invece le forme ottocentesche della villa Il Sottopoggio.

Oltrepassato Paterno si giunge ad un bivio segnato da un bel tabernacolo con una nicchia contenente una Madonna con Bambino. Di fronte la Torre del Camicia detta anche Il Tabernacolo.

Continuando si giunge all’Arco del Camicia, superato il quale si attraversa Via Roma per continuare in Via del Carota.

La denominazione Carota deriva dal cognome della famiglia Caroti proprietaria nel XVII sec. della Villa La Veduta, che si trova a Ponte a Ema nel punto in cui la strada si diparte.

Via del Carota inizia pianeggiante circondata da un dolce paesaggio rurale ancora in gran parte coltivato e lentamente degrada verso il Rio di Rimezzano.

In questo tratto si segnala Villa Maria, detta anche L’Arco che alla fine del XIX sec. appartenne ai Bruggisser, famiglia di origine svizzera che nel 1904 fonderà un’importante banca fiorentina. Più avanti a destra, l’edificio di un’antica colonica oggi ampiamente restaurato.

Sulla sinistra il Monastero dello Spirito Santo che ospita dal 1972 le Monache di Clausura Benedettine Vallombrosane. Il Monastero occupa gli spazi di una ex-casa colonica già medievale Casa da Signore denominata Le Passerine.

Via della Pietrosa – Via dell’Eremo – Baroncelli

In breve si raggiunge Via della Pietrosa che deve il nome ai numerosi ciottoli e pietre che, in passato, ne occupavano la carreggiata, oggi è una tranquilla strada asfaltata fiancheggiata da olivi e ombreggiata da querce. Fatti pochi passi, ecco a sinistra Villa Baroncelli, l’edificio risalente al XIV sec. e rimaneggiato in epoche successive,  nel XIX sec. appartenne a Giuseppe Poggi. A Baroncelli, da molti anni vi è la Casa di Riposo Santa Teresa.

Al termine della strada s’imbocca, a destra, Via dell’Eremo. Un po’ di salita e si fiancheggia il complesso dell’antica Villa Minerva. Superate alcune abitazioni si raggiunge Villa l’Eremo. L’edificio, circondato da un ampio parco, nel XIII sec. era una Casa da Lavoratore e dopo tre secoli fu trasformato in villa.  La strada continua e si trasforma in un piacevole viottolo che confluisce in Via di Baroncelli. Voltando a sinistra ripercorreremo il tratto iniziale e scendendo da Via Torta ritorniamo a Bagno a Ripoli, dove, in piazza della Vittoria, si chiude l’anello del percorso.

 

a cura di Elisabetta Brunelleschi

La Mappa

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La redazione del giornale eChianti.it