Villa le Passerine e il Monastero dello Spirito Santo

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Descrizione

Un bell’esemplare di quercia (Quercus cerris) si eleva nei pressi dell’alto muro che protegge il Monastero dello Spirito Santo delle Monache di Clausura Benedettine Vallombrosane, trasferitesi qui da San Pietro a Varlungo nel 1972.

Il convento occupa gli spazi di una ex-colonica già medioevale casa da signore, detta anche Il Palagio a Baroncelli. La costruzione tutta in filaretto d’alberese con una parte centrale a pianta rettangolare e due torri ai lati, appartenne in origine ai Passerini. Nel 1299 l’edificio, definito “un resedio con torre”, fu acquistato da Amedeo Peruzzi. Dopo il dissesto economico subito dalla famiglia Peruzzi, il ‘Palagio’ passò ai Salviati e ai Rinieri, loro creditori. Nel 1462 fu rivenduto al ricco mercante Amerigo Benci. Nel 1640 entrerà tra le proprietà dei marchesi Corsini come dono di nozze di Angela dei Medici al marito Andrea. I due coniugi vi fecero costruire anche un Oratorio, del quale, però, ai tempi nostri non è rimasta traccia. La villa resterà tra le proprietà della famiglia Corsini sino al 1864. Nel 1870 era della famiglia Turri. L’edificio sin dalla prima metà dell’Ottocento era stato gradatamente ridotto a casa da lavoratore e al momento del restauro che lo trasformerà in convento era una casa colonica affascinante ma in rovina.

Il toponimo ‘Passerine’ trae origine dal cognome Passerini appartenente alla famiglia che per prima possedette il Palagio. Tale spiegazione, senz’altro la più valida, non è però l’unica; il Torrigiani nei sui scritti (Il Comune di Bagno a Ripoli, vol. IV, 1902) riporta differenti etimologie che riteniamo interessante citare, anche per i possibili legami con storie o leggende popolari.

“Il nome Passerine dato a questa Villa, secondo alcuni trova la sua etimologia nel nome di quella specie di Passere nidificanti nei fori, o sui tetti dei fabbricati, le quali per la loro piccolezza, popolarmente sono chiamate Passerine, ed anche Passere Piccole  ossia Passere mottugie, per distinguerle dalle passere reali e domestiche, popolarmente chiamate Passere grosse; … e secondo altri, gli sarebbe derivato dalla specie degli olivi predominante nella coltivazione del podere annessovi, cioè dell’Olivo passerino di foglia lunga e stretta, resistente alle intemperie, e che …. ogni anno dà il frutto in grappolini di 3, o 4, olive, che per la loro piccolezza e dal nome della pianta, sono dette olive passerine, e da esse ne è venuto il nome Podere delle Passerine al podere, e di Villa delle passerine alla parte ad uso padronale del fabbricato unito alla casa colonica”.

Come arrivare

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La redazione del giornale eChianti.it