Fonderia D’arte DEL GIUDICE LEONARDO

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Visitando alcuni giardini pubblici di Bagno a Ripoli, non ho potuto fare a meno di apprezzare alcune scultore che vi sono ospitate. Opere di artisti contemporanei. I materiali per realizzarle sono di natura diversa; alcuni sfruttano materie prime presenti sul territorio come l’argilla, altri la pietra e i metalli. La realizzazione è avvenuta in loco; fornaci per la cottura dell’argilla, fonderie per la fusione di bronzo e ottone. La curiosità mi ha spinto a cercare, dopo che l’artista ha maturato la sua opera, dove nasce la sua creatura e prende forma. Ho voluto visitare la Fonderia d’Arte del Giudice Leonardo.

Nella zona artigianale di Meleto, da gli anni ottanta del secolo scorso, la Fonderia ha la sua sede, anche se la sua nascita ha origini più remote. Mario del Giudice, di origini campane aveva appreso l’arte della fonderia a cera persa nel suo paese. Conobbe e sposò una ragazza fiorentina, negli anni dopo l’ultima guerra, da Napoli si trasferì a Firenze. Il maestro nell’arte della fusione iniziò a lavorare in una vecchia colonica, nei pressi di Antella, “ Il Lonchio “. Da subito apprezzato per il suo talento come riproduttore di opere classiche e rinascimentali in bronzo, ottone e rame.

Il figlio di Mario, Leonardo, fin da piccolo a fianco del padre cerca di carpire i segreti del mestiere. Quando il padre prematuramente viene a mancare Leonardo si impegna a mandare avanti l’attività. La passione per le fusioni si trasmette di generazione in generazione; è la volta dei figli di Leonardo, Giacomo e poi Sarah.

La squadra

Un’infanzia passata a impastare l’argilla, a prender confidenza con il gesso e con la cera. Poi per Giacomo, non ancora quindicenne, si trattò di dare una mano al babbo. Inizialmente, per sua stessa ammissione, non era animato da grande entusiasmo; lavorava tutta la settimana e nei giorni festivi andava da scultori, conosciuti in fonderia, a lavorare per mettere in tasca qualche soldino. Piano piano si faceva un’esperienza e con quella maturava anche la passione. Passione che è diventata amore per quest’arte; ha riprodotto per i Musei Vaticani il Cristo di Pio Fedi, per la Regione Toscana il Pegaso, per il Palio di Siena numerosi masgalani. Il masgalano, un vassoio d’argento, viene assegnato alla Contrada che durante i cortei precedenti la corsa si è distinta per eleganza e dignità di portamento. Il masgalano, dopo il drappellone, è il riconoscimento più ambito. Giacomo ha conosciuto molti maestri della scultura e ognuno ha lasciato in lui un poco della propria arte; da Adriano Bimbi a Marcello Guasti, da Gualtiero Nativi a Marcello Fantoni, Marcello Tommasi, Fuad, fino a Plinio Tammaro e Claudio Nicoli. Da alcuni anni ha voluto esprimersi con proprie creazioni artistiche manifestando il proprio amore per la natura, il mare, le nuvole.

Paesaggio
Nuvole Scala

Giacomo del Giudice ha portato la sua esperienza in Germania, tenendo un corso di Tecniche di Fusione presso l’Università di Münster.
Varcando la soglia del laboratorio di Meleto si ha la sensazione di fare un salto, per mezzo di una fantastica macchina del tempo, in una bottega rinascimentale di scultura. Si viene accolti da Sarah, sorella di Giacomo. Lei ha frequentato il Liceo Artistico a Firenze e poi L’Accademia delle Belle Arti sezione scultura diplomandosi nel 2002 con una tesi, come poteva essere altrimenti, sulla fusione a cera persa.

Sarah Giacomo

Nel ripercorrere la storia della fonderia artigiana, Sarah mostra tutto il suo orgoglio per il lavoro di squadra in fonderia e con questo spirito far fronte alle nuove sfide che negli anni via via si sono presentate. Come quella di lavorare con materiali inusuali: realizzare sculture in zucchero.

Zucchero1
Zucchero2

Nel 2015 la Fonderia del Giudice partecipa alla mostra “ Dolci trionfi e finissime piegature “ apprezzata da un pubblico attento nella Sala di Bona a Palazzo Pitti. L’intento dei curatori della mostra era ricreare l’atmosfera di un banchetto nella Firenze del seicento. Lo scopo era meravigliare gli invitati alla festa con copie di sculture in bronzo realizzate in zucchero. Un successo.

Non dobbiamo pensare che il tempo della fonderia sia regolato soltanto da stampi, calchi, terra refrattaria e grogioli. Sarah racconta che ogni tanto il laboratorio si trasforma prendendo altre sembianze. Con artisti che abitualmente si fermano scatta la voglia di mangiare un piatto di pasta insieme; vengono affiancati due tavoli, si fa un po’ d’ordine, una pentola sul fuoco e via a una spaghettata. Si mangia, si beve, si discute d’arte, si sta insieme. Quando Sarah mi raccontava di questa usanza un lampo mi ha rammentato quello che succedeva nella bottega del pittore Bernardino Barbatelli meglio conosciuto come i’ Poccetti, per la sua abitudine a alzare il gomito. Bernardino Poccetti tutto quello che guadagnava con la sua arte le spendeva in pranzi e libagioni tra compagni di bottega e amici di strada. Oltre all’arte anche queste sane usanze vanno mantenute!
Artisti contemporanei è facile incontrarli nel laboratorio di Meleto. Qui nel 2013 Roberto Barni ha realizzato la scultura “ Passi d’oro “ per ricordare nel ventesimo anniversario le vittime della strage di via dei Georgofili.

Passi d’oro

L’opera è esposta sulla facciata della Galleria degli Uffizi, all’altezza del Corridoio Vasariano, di fronte all’ingresso dell’Accademia dei Georgofili.
Un giovane artista, Francesco Battaglini, ha realizzato molte delle sue opere nella Fonderia del Giudice. Una delle sue sculture recenti è “ Fortezza “ un Pinocchio con zaino in spalla che affronta una strada in salita. Il Comune di Bagno a Ripoli ha acquistato l’opera per il giardino della Casa del Popolo di Grassina.

Pinocchio Fortezza

Nel 2010 Sarah si impegnò nella creazione di un’opera tutta sua dall’inizio alla fine. Una scultura per rendere omaggio a coloro che con sudore e fatica avevano lavorato nei campi. Nacque il “ Seminatore “ , di dimensioni più grandi del naturale, che nella rotatoria all’ingresso della frazione di Strada in Chianti ha trovato la sua dimora.

Seminatore

Il “ Seminatore “ è di un realismo da far meraviglia nell’atto di spargere il seme sulla terra smossa tutt’intorno.
Volontari del paese a novembre, dopo aver arato il terreno, seminano il grano, che nel giugno successivo viene raccolto. Un susseguirsi di gesti che assumono la solennità di un rito.

Un caffè a conclusione del nostro incontro. Si avvicina un giovane e rivolto a Sarah: « Ciao, mamma ci vediamo stasera a cena.» «Ciao Manuel, ricordati di passare a salutare i nonni.» Questo ragazzo l’avevo notato a un banco di lavoro alle prese conun modellino in cera, era molto impegnato. Manuel è il nipote di Leonardo chissà se anche lui voglia proseguire la tradizione di famiglia.

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