La cappella del Bigallo

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Descrizione

Alla cappella, sormontata dal campanile a vela e illuminata da due finestre che si affacciano sulla strada, si accede da un bel portale interno all’edificio, subito a sinistra del cancello principale.

L’oratorio esisteva già nel 1250. L’aspetto attuale è dovuto ai numerosi interventi di restauro realizzati a partire dal XVII sec. Documenti d’archivio ci informano che, a metà del Seicento, le monache effettuarono le prime spese per lavori nel coro, nella chiesa e nella sagrestia che fu ultimata nel 1669.

Nel Settecento vennero eseguiti altri lavori che ampliarono ed abbellirono l’intero oratorio, dove, dal 1651, erano conservati come reliquia il corpo di Sant’Adriano e, dal 1751, l’immagine della Madonna del Buon Consiglio. Con la soppressione del monastero la cappella fu chiusa al culto. Ma a metà dell’Ottocento la famiglia Zampini, che aveva acquistato l’ex monastero, provvide alla sua riapertura. In tempi più recenti fu nuovamente chiusa ed abbandonata. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale venne utilizzata come ricovero e abitazione da alcuni sfollati ai quali gli abitanti locali affibbiarono il soprannome: “quelli di Cappella”

Negli Anni Cinquanta del Novecento fu riaperta al culto grazie all’interessamento dei popolani e del parroco di San Quirico a Ruballa, che vi ha celebrato la Messa della domenica mattina per più di un decennio. Intorno al 1960 nella cappella furono eseguiti alcuni interventi di mantenimento e riparazione consistenti in pulizie generali, con mani di bianco alle pareti, e nello spostamento della mensa dell’altare maggiore. Nella parete centrale il pittore Giuseppe Mazzon (1912–1997) affrescò le figure di due angioletti genuflessi. L’artista soprannominato dai locali “il Pittore”, abitava proprio in quegli anni nello Spedale del Bigallo.

Nuovamente abbandonata, la Cappella è stata di recente restaurata e adibita a sala per conferenze.

Come arrivare

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La redazione del giornale eChianti.it