Ubaldino ed Emilia Peruzzi: ecco un estratto dalla prefazione del libro “La signora Emilia e quel salotto dell’Antella”

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L’evento “Ubaldino ed Emilia Peruzzi nella Firenze Capitale” sarà ricco di momenti di approfondimento culturale, come la presentazione del libro di Massimo Casprini La signora Emilia e quel salotto dell’Antella il sabato pomeriggio presso l’Antico Spedale del Bigallo e la conferenza del professor Cosimo Ceccuti Firenze Capitale tra politica e cultura che si terrà la domenica pomeriggio presso il teatro dell’Antella.

Il professor Ceccuti ha inoltre arricchito il libro La signora Emilia e quel salotto dell’Antella con una bella prefazione. Ve ne anticipiamo alcuni brani.

«C’è una lettera, emblematica e rivelatrice, fra i pochi ma significativi documenti scelti da Massimo Casprini in appendice al suo bel libro sul salotto di donna Emilia Peruzzi all’Antella. È datata 15 giugno 1878 ed è indirizzata alla cognata, Vittoria Altoviti Avila Toscanelli. Quanta amarezza nella donna che con la sua cultura, le sue maniere, la sua signorile e mai ostentata “ospitalità” aveva incantato gli intellettuali, politici, giornalisti negli anni di Firenze capitale! “Quando penso a Firenze e alla gente cui il non aver frutti e capitale può essere sì grave danno non mi do pace e non sento voglia di nulla”. Il pensiero va al marito Sindaco, ingiustamente criticato e discusso. “Un uomo perfetto, come Ubaldino, che pensò tutta la vita agli altri e mai a sé, meritava di non trovarsi involto nei casi di Torino e Firenze”»

«Nel 1878, allorché Emilia scrive la citata lettera, il Sindaco prepara l’estrema battaglia in Parlamento che verrà solo in parte soddisfatta. Tutto questo motiva lo stato d’animo di Emilia, che soffre con lui e si batte al suo fianco. Una donna forte sotto l’aspetto dolce e gentile, colta, capace di sorprendere e affascinare nel suo salotto, a Torino come a Firenze, in Borgo de’ Greci come all’Antella, i suoi ospiti, i suoi interlocutori […]»

«La sera […] nei saloni del palazzo di Firenze o dell’Antella, le discussioni politiche e letterarie venivano messe da parte e quei personaggi di primo piano della vita nazionale sembravano recuperare il gusto dell’infanzia, tornare bambini e giuocare con i bambini di casa, davanti al sorriso compiaciuto e divertito di donna Emilia».

Immagine di Emilia Toscanelli nel 1849, un anno prima del suo matrimonio con Ubaldino Peruzzi.Tratta dal libro “La signora Emilia e quel salotto dell’Antella”.

 

 

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