Prima di scegliere quale fosse la sua abitazione fiorentina ha girato molto, esplorando tutti i comuni delle colline che circondano Firenze. Ma quando è arrivato a Bagno a RIpoli non ha avuto dubbi.
Da quando Paulo Sousa ha iniziato ad abitare nella spendida villetta vicino alla chiesa di Santa Maria a Quarto (restauro finito solo qualche anno addietro di un vecchio podere con stalla dove un tempo i contadini facevano entrare i bambini ad ammirare le mucche che ci venivano allevate), ha iniziato anche a conoscere e “vivere” il paese. Apprzzandone soprattutto un aspetto: la “discrezione” che accompagna le sue uscite, accompagnate certamente da qualche selfie o qualche richiesta di autografo, ma ben lontano dal “calore” che lo accompagna quando arriva allo stadio o gira in altre parti della città.
Ecco allora che, per iniziare la sua giornata, spesso si reca al bar Gianni, alla Fonte, crocevia di genitori che al mattino lasciano i loro piccoli nella scuola adiacente ma anche luogo di provata e certificata fede viola (come testimoniano le maglie appese alle pareti). Dicono che lo abbia scelto dopo che a Firenze quasi non era riuscito a consumare la colazione tanto era l’affetto che lo aveva circondato. Lì, invece, tra gli habitué di sempre, può “limitarsi” a dispensare sorrisi e qualche battuta prima di risalire sulla sua Audi nera direzione stadio.
Non solo. Perché sfruttando i giorni liberi da allenamenti concessi dalla recente pausa per la Nazionale, Sousa si è anche concesso qualche giorno fa un giro alla Coop tra la sorpresa dei dipendenti e degli altri clienti che certo non si immaginavano, girando tra le corsie, di trovarsi di fronte l’allenatore viola con moglie e figlia al seguito per scegliere carne, pasta e pane.
Una “normalità” che, per il tecnico portoghese, vale davvero tantissimo e che in pochissimi mesi, insieme ai grandi risultati che sta ottenendo, lo ha proiettato in men che non si dica nel cuore del popolo viola.
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