Lana, pane e cemento: tutte le evoluzioni produttive delle Gualchiere di Remole

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Le Gualchiere di Remole sono un importante opificio medievale che ha conservato intatte le sue imponenti strutture edilizie, situato a pochi chilometri a monte di Firenze sulla riva sinistra dell’Arno dove prospettano due torri merlate.

Furono costruite nel 1326 dagli Albizzi per la gualcatura dei panni di lana. Con tale procedimento i tessuti venivano battuti fortemente con i folloni (pesanti martelli di legno che si alzavano e ricadevano sulle pezze) in delle pile riempite di una soluzione di acqua, sapone, argilla e molta urina che veniva portata giornalmente da Firenze.

Questa operazione di infeltrimento conferiva ai panni compattezza, morbidezza, resistenza e impermeabilità e consentì a Firenze di diventare un centro tessile di fama europea per la produzione del famoso panno fiorentino che fece la fortuna della città. Le ruote e i folloni erano mossi dall’acqua deviata da una pescaia e incanalata in gore e canali attraverso cateratte che ne regolavano la forza e la velocità

Nel 1541 le gualchiere furono acquistate dall’Arte della Lana che incrementò il numero delle pile fino a 19 con doppi folloni che lavorarono per quasi duecento anni a pieno ritmo.

Il nauseabondo odore dell’urina e dei panni bagnati e l’assordante rumore dei marchingegni in continuo movimento rendevano l’ambiente poco igienico ma il borgo era comunque pieno di vitalità con un gran numero di addetti.

Decaduta l’industria laniera fiorentina, gli stabilimenti di Remole furono convertiti in mulini per macinare cereali e produrre cementi e colori che ebbero il loro massimo sviluppo a fine Ottocento per le accresciute esigenze di Firenze capitale d’Italia.

Anche Ubaldino Peruzzi, nel 1884, affittò una bocchetta d’acqua che aggiunse alle altre due che già aveva «per fondare un opificio con turbine per la fabbricazione dei cementi».

Nel 1915 l’intero borgo fu acquistato dal Comune di Firenze e riprese a vivere come un vero e proprio villaggio con i mulini, una bottega di generi alimentari e una scuola elementare che raccolse gli alunni da Rosano fino a Dal 1980 tutto il complesso si presenta in un desolante abbandono e «Salviamo le antiche Gualchiere!» è uno dei tanti appelli inascoltati che si leggono sui giornali o si sentono acclamati in conferenze e convegni, organizzati per trovare una soluzione all’unico impianto medievale di produzione laniera rimasto in Europa.

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La redazione del giornale eChianti.it