La parrocchia di Vicchio e la “goliardia” della Signoria del Trentesimo

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La Signoria del Trentesimo o di S. Antonio abate ebbe la sua residenza presso  la parrocchia di S. Lorenzo a Vicchio di Rimaggio e teneva il suo stendardo dentro la chiesa. Gli associati si riunivano sotto il portico che a quel tempo era a tre arcate e aveva in fondo un camino di pietra serena.

Questa Signoria era una delle tante Potenze o Signorie Festeggianti attive a Firenze fin dal ’300: brigate di lavoratori costituite liberamente il cui scopo era quello di organizzare festeggiamenti nel loro ambito. Per questo motivo furono tollerate e controllate dai Principi del tempo che gli permisero – solo in occasione delle feste – di imitare i loro modi e il loro abbigliamento e di attribuirsi titoli come Re, Duca, Marchese, Conte, Imperatore.

La Signoria del Trentesimo era dedicata a S. Antonio, protettore degli animali, quindi riteniamo che, in prevalenza, i sudditi fossero i bifolchi che accudivano le stalle e a quel tempo ce n’erano tanti. In effetti, ogni Potenza riuniva i lavoratori di una categoria, aveva un proprio gonfalone e un Signore che li guidava. Per esempio: i navicellai di Rovezzano rispondevano al Duca d’Arno che aveva la sede in piazza delle Travi a Firenze, i lavandai di Rimaggio erano sudditi del Duca dello Scodellino e del Signore dell’Olmo e si riunivano sotto l’olmo in piazza San Niccolò, i capi dei mugnai erano il Duca della Nebbia e il Conte Mota, il Marchese della Rete comandava sui pescatori d’Arno.

Partecipare insieme – una o più volte l’anno – in libertà, a mascherate, sassaiole e ogni sorta di divertimenti, stimolava anche crescenti aspirazioni di associazionismo e questi atti, non più ludici e di sollazzo, indussero il granduca Ferdinando II, nel 1629, a dichiarare fuori legge le antiche Potenze per motivi di pubblica sicurezza in quanto, se avessero trovato un capo in grado di guidarle politicamente, avrebbero sicuramente minato il potere mediceo.

Quindi, probabilmente a seguito di quest’ordinanza, il prete di San Lorenzo a Vicchio cominciò a maltrattare la Signoria del Trentesimo che fu costretta a trasferirsi a Candeli. I bifolchi ripolesi vi tornarono soltanto molti anni più tardi e il 17 gennaio 1690 si riunirono sotto il porticato per un abbondante pranzo.

La Signoria del Trentesimo continuò ad esistere senza grande entusiasmo e, ufficialmente, fu soppressa nel 1785.

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.