CAMILLA MARTELLI: moglie morganatica, lenisce le sue pene a LAPPEGGI

651

by  Benedetta Giannoni

Il ritratto è di una giovane donna bruna dal visetto lungo ed i ricci raccolti in una coroncina, il collo incorniciato dalle rouche di una camicia bianca, la mano leggera e candida tiene aperto un libriccino. Quello che incuriosisce lo sguardo dello spettatore è però il colore acceso e bizzarro della giornea che indossa: un taffeta’ di seta in una tinta di un desueto color ciclamino che non passa certo inosservata. L’ esile figura del dipinto pare essere quella di Camilla Martelli immortalata nel 1570 dal pittore della corte medicea Alessandro Allori, anche se la certezza matematica della critica ad oggi ancora non c’è.

La storia di questa damigella inizia con la morte nel 1562 della tanto amata granduchessa di Toscana, Eleonora di Toledo, che lascia il marito Cosimo I nella costernazione per la sua scomparsa. Questa unione infatti, oltre che politica, fu anche un matrimonio riuscito sentimentalmente, un fatto rarissimo nelle corti di quel periodo.

Cosimo, uomo di mezza età, era a quel tempo vedovo e stanco di governare, lasciò allora il trono al figlio primogenito Francesco I, anche se tra loro non c’era un’ intesa idilliaca: la scandalosa storia extraconiugale di Francesco con Bianca Cappello a scapito della sposa ufficiale Giovanna d’ Austria non era ben digerita né dal padre né dal popolo.

In questo periodo di “disperazione”, il vecchio granduca fece le sue mosse e tanto per cominciare intrattenne una relazione segreta con una giovane Albizzi di nome Eleonora. I genitori di lei lasciarono che la ragazza, di ventiquattro anni più giovane del maturo Cosimo, gli tenesse compagnia nelle sue ville suburbane lontano da occhi indiscreti. Tuttavia il segretario personale del regnante, Sforza Almeni, spiffero’ a Francesco I la scappatella del padre. Il figlio chiese spiegazioni al genitore di tali comportamenti libertini e questi, infuriato, uccise di suo pugno il cortigiano Almeni con l’accusa di alto tradimento.

Cosimo da Eleonora degli Albizzi ebbe due figli: Giovanni ed una bimba nata morta. Finita la fiamma di Eleonora, Cosimo per coprire lo scandalo, la fece sposare con un Panciatichi su cui pendeva una condanna a morte graziandolo con il matrimonio combinato e riparatore. Dispose anche di una somma di denaro per i nubendi. La coppia ebbe altri figli, poi il Panciatichi ripudio’ la moglie per adulterio e la fece andare in convento dove la donna terminò i suoi giorni molti anni dopo.

Il maturo granduca a questo punto, dopo aver trovato collocazione alla giovane, cosa fece per complicare la sua posizione già sufficientemente compromessa? Si trovo’ un’ altra amante! Questa volta incontra sulla sua strada Camilla Martelli, cugina altrettanto giovane di Eleonora degli Albizzi. La fanciulla era nata nel 1545 da Antonio Martelli e Fiammetta Soderini ed aveva palazzo in via della Spada a Firenze. I suoi genitori erano nobili ma non molto ricchi. Sembra che Cosimo la abbia notata a casa del padre di lei nel 1567 mentre trattava per degli affari immobiliari. Inizia di nuovo una relazione nascosta da tutti nelle stanze delle sue ville e da questi incontri Camilla, nel 1568 darà alla luce una figlia che si chiamerà Virginia.

Dato lo scandalo di questa relazione, entrerà in campo nuovamente il figlio di Cosimo, Francesco I, che riprendera’ il padre duramente per i suoi atteggiamenti imprudenti. Questi si difenderà dicendo testualmente che dopo la sua abdicazione era un “privato cittadino” e che, libero da ogni etichetta, era autorizzato a fare di testa sua.

L’ imperatore Massimiliano d’Asburgo scriverà in merito a questa faccenda alla sorella Giovanna d’Austria e questa in risposta defininisce il suocero come uno scriteriato ed indica in seguito la Martelli come una “donna sfacciata”. Lo scandalo è a questo punto internazionale e la famiglia Medici è sulla bocca di tutte le corti. Per concludere, dopo tutto il putiferio scatenato da questa relazione, intervenne il papa, Pio V, che praticamente obbligò Cosimo a sposare Camilla per porre fine a questa indecente convivenza con tutto il seguito di pettegolezzi che ne derivavano.

Francesco ovviamente non fu d’accordo e timoroso di perdere potere e soldi, ostacolo’ le nozze. Sarà allora scelta la formula di un matrimonio cosiddetto “morganatico”, ovvero, Camilla sarà moglie, ma non ereditera’ né capitale e né avrà titolo, insomma, sarà consorte “senza portafoglio” e non diventerà mai granduchessa di Toscana.

Cosimo accettò l’invito del papa dicendo al figlio queste parole:- “vo’ a cavare lei e me di peccato” e aggiunse anche questa affermazione:- “chiarire al mondo che è mia moglie”.

Nel 1570 furono celebrate le nozze e la vita di Camilla non sarà da qui innanzi una passeggiata.

Cosimo I non porterà mai Camilla con sé in nessuna manifestazione pubblica o istituzionale e nemmeno ad una festa. Essa sarà solo relegata a vita privata per non destare scandalo, la sua esuberanza ed i suoi abiti appariscenti non verranno visti da nessuno e questo la renderà scontenta e sempre più capricciosa. La malattia che colpirà Cosimo successivamente sarà il colpo di grazia: il granduca ha un malore, molto probabilmente un ictus: sopravviverà, ma avrà grossi problemi a deambulare ed anche paralisi facciali che gli impediranno di nutrirsi correttamente. Camilla è insofferente, lo maltratta, fa scenate e comincia a soffrire di crisi isteriche, non vuole più accanto a sé quell’uomo invecchiato e malconcio, non lo accudisce e lo trascura.

Camilla Martelli ritratta da Jacopo Ligozzi, periodo: 1570-1574 oppure 1584-1586
Firenze, Galleria degli Uffizi – foto dal web

Quando Cosimo muore, nel 1574, Francesco I la farà alloggiare al convento delle Murate a Firenze e gli confischera’  ogni suo bene, dagli oggetti ai suoi sontuosi abiti di corte. La donna fa il diavolo a quattro, vuole uscire ed essere libera di muoversi e risposarsi perché ha solo ventinove anni. Le povere suore del convento non resistono più alle sue scenate, tanto che supplicano Francesco I di trovarle un’altra sistemazione e questi infine, la trasferirà in via dei Serragli nel convento di Santa Monica dove era stata educata da bambina. Anche qui le cose non cambiarono e le crisi continuarono. Sarà fatta uscire dal convento solo per le nozze di sua figlia Virginia con Cesare d’Este il 6 febbraio 1586.

Alla morte improvvisa nella villa di Poggio a Caiano di Bianca Cappello e Francesco I, suoi terribili nemici, che nel frattempo si erano sposati dopo la strana morte di Giovanna, il fratello subentrato al trono, Ferdinando I, probabile mandante dell’omicidio dei due, ha un atto di clemenza verso Camilla e prova a farla dimorare nella serenità della dolce campagna vicino a Grassina nella villa di Lappeggi per lenire il suo dolore, le sue pene e le umiliazioni che ha subito da Francesco I. Inizialmente Camilla trae beneficio da questo soggiorno, ma poi, lontana dalla vita mondana e da Firenze, ricomincerà ripresentare le sue crisi di nervi che saranno sempre più forti ed il granduca a malincuore sarà costretto a ricondurla a santa Monica, alle cure delle sue suorine, dove morirà novantenne nel 1634.

Sua figlia Virginia, anche lei, morirà in pazzia.

Questa è la triste storia di Camilla Martelli nei Medici. Non giudicare né lei, né sua cugina Eleonora degli Albizzi forse è meglio per noi posteri. Queste due donne sono state due “circi” ammaliatrici di un uomo troppo attempato per loro, oppure semplicemente due pedine usate dalle rispettive famiglie per conquistare un po’ di potere e gloria sacrificandone la giovane vita con storie torbide? Educate ad obbedire ai genitori ad ogni costo e ad accettare ogni matrimonio proposto purché conveniente o libere amanti?  Forse le donne di allora pensavano che tutto questo fosse giusto perché così era sempre successo.

Le scale della villa di Lappeggi saranno state, anche se per poco, come un caldo abbraccio verso Camilla, una parentesi dove gli uccelli cantavano e il cielo era azzurro e libero e non chiuso dietro la grata di un convento, come una prigione, perché la sua presenza lì nei chiostri era senza alcuna vocazione, frutto di uno sbaglio giovanile pagato a caro prezzo.

A Firenze è visitabile il museo di casa Martelli in via Zannetti, 8.

Bibliografia:

– J.Lucas-Dubreton, ” La vita quotidiana a Firenze ai tempi dei Medici” , Rizzoli, 1985.

– M. Vannucci, “Le donne di casa Medici”, Newton Compton Editori, 1999.

Chi è BENEDETTA GIANNONI??

Benedetta Giannoni, nata a Firenze nel 1973, vive a Bagno a Ripoli da sempre, diplomata al liceo artistico, impiegata in un negozio che vende articoli sportivi. Da quasi 30 anni studia e balla danze antiche nel corpo di danza “Balletto Rinascimentale” della Contrada Alfiere, dipinge ed espone nella associazione Giuseppe Mazzon. Le piace il running e camminare. Adora gatti e cavalli.

Benedetta Giannoni, autrice dell’articolo
Scrivi anche tu per la rubrica ❤️AMA BAGNO A RIPOLI scrivendo a promoproloco@gmail.com