Vespasiano da Bisticci, libraio del Rinascimento e “cittadino” antellese

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Dal verde di Bisticci ad Antella

Ottobre rinnova ogni autunno ad Antella, con la sua antica fiera paesana, il richiamo suggestivo di una tradizione ininterrotta, arricchito quest’anno dall’incontro dedicato ad un “concittadino” celebre quanto ancora poco conosciuto, Vespasiano da Bisticci, “principe de’ librai del mondo“.

Abbiamo dunque già rivelato di alludere al convegno: Vespasiano da Bisticci, un Cittadino Antellese del sec. XV, organizzato dal Comune di Bagno a Ripoli e dal Teatro Comunale di Antella, con i patrocini della Regione Toscana e dell’Università di Pisa, svoltosi lo scorso sabato pomeriggio.

 

Da parte nostra, abbiamo raggiunto il convegno dopo avere trascorso la mattinata nel Comune di Rignano sull’Arno, nella frazione di Bisticci che i nostri antenati del XV secolo avrebbero localizzato piuttosto come popolo o parrocchia di Santa Lucia a Bisticci, dipendente dalla pieve di San Miniato a Rubiana. In quella campagna incontaminata non è stato difficile ritrovare l’antica chiesa di Santa Lucia, le coloniche ed i resti del castello medievale distrutto dall’imperatore Carlo V che nel 1530, assediò e prese Firenze per restaurarvi il potere mediceo. Consigliamo davvero a tutti una passeggiata rilassante tra queste antiche pietre, in modo da collegare la scoperta dei luoghi a quella della storia.

Il convegno si è aperto così con i saluti del sindaco e dell’assessore alla cultura di Bagno a Ripoli, Francesco Casini e Annalisa Massari, quindi della rappresentanza istituzionale del Comune di Rignano sull’Arno, felici di avere una storia in comune da raccontare; quindi il prof. Mauro Ronzani, medievista dell’ateneo pisano, mediatore dei lavori, ha ceduto la parola al primo relatore.

 

La vita di Vespasiano da Bisticci

Roberto Lembo, storico locale rignanese, relativamente al cui impegno ricordiamo in particolare il progetto online dell’Archivio del Tempo che Passa, ha preso la parola per primo ed ha ripercorso la vicenda biografica di Vespasiano da Bisticci (1421 – 1498), la cui famiglia, come molte altre che nel contado potevano godere di un certo agio, fu guidata da Filippo o Pippo da Bisticci verso l’inurbamento nella città di Firenze. In città Filippo portò con sé il giovane Vespasiano e praticò il mestiere di stramaiuolo, commerciando il più pregiato filato della lana. Il progetto di guadagnare uno status sociale più elevato tramite l’inurbamento rischiò però di naufragare a causa della morte di Filippo e probabilmente soltanto il sostegno della famiglia della vedova, Mattea di Piero Balducci, consentì di evitare il peggio.

Vespasiano lavorò pertanto in una bottega di cartolaio, nella quale i copisti si affaccendavano tra gli inchiostri, la carta e la pergamena, per realizzare i libri richiesti dai fiorentini; fu l’inizio di un grande successo professionale. Con il socio Andrea di Lorenzo, Vespasiano riuscì infatti ad avviare la bottega sulla quale costruì la propria fortuna, realizzando in particolare i libri per la biblioteca del convento domenicano di San Marco, commissionati da Cosimo il Vecchio Medici. La bottega di Vespasiano in Via del Proconsolo, realizzò così i lussuosi libri rinascimentali per i signori Sforza di Milano, per i Gonzaga di Mantova, per la casa d’Aragona e per molti altri committenti che le assicurarono enorme fama e successo, divenendo anche punto di ritrovo per molti umanisti fiorentini, come Ambrogio Traversari, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini e Tomaso Parentucelli, futuro papa Niccolò V.

Dovette pertanto apparire repentino il ritiro di Vespasiano da Bisticci nella sua villa antellese, per spiegarlo si sono tradizionalmente chiamate in causa la pestilenza in corso a Firenze e l’avvento della stampa che avrebbe presto soppiantato il lavoro dei copisti di Vespasiano.

 

L’impegno nelle lettere

Nell’amena solitudine dell’Antella, vespasiano visse circa vent’anni e si dedicò agli studi ed alla produzione letteraria, invitando gli amici fiorentini e scambiando lettere con loro. Le sue opere in lingua volgare risalgono tutte a questo periodo e sono state oggetto dell’intervento della dottoressa Eva Rammarione, dell’Università di Pisa. L’opera più celebre di Vespasiano da Bisticci è rappresentata senza dubbio dalle Vite di Uomini Illustri del sec. XV, affiancata da una corrispondente raccolta biografica femminile ed edita soltanto nel XIX secolo, in un’edizione non troppo corrispondente ai canoni della moderna filologia e certo indipendente dalla volontà dell’autore che, non si decise mai ad ordinare con precisione e diffondere la sua opera. Alla produzione biografica principale va inoltre ricollegato il Commentario della Vita di Giannozzo Manetti ed aggiunte le opere filosofico-morali, tra le quali ricordiamo il Tratato contro a la ingratitudine e l’Exhortatione alla Caterina de’ Portinari, in buona parte ancora inedite ma importanti per configurare l’impegno letterario di Vespasiano da bisticci come poliedrico e senza dubbio umanistico.

 

Itinerari ripolesi

Massimo Casprini, storico locale di Bagno a Ripoli, ha ricostruito l’itinerario di una celebre “escursione” a cavallo che Vespasiano da Bisticci e l’amico Bernardo Iacopi intrapresero il 22 settembre di un anno tra il 1480 e il 1485. La datazione può essere ricostruita soltanto in maniera approssimativa, in quanto Vespasiano, scrivendo all’amico Pier Filippo Pandolfini per invitarlo a lasciare Firenze e a raggiungerlo tra le bellezze naturali di Antella e Fonte Santa, omise di indicare l’anno.

Dalla lettera quattrocentesca ai luoghi del territorio, identificati da Massimo Casprini con elevato margine di sicurezza, il percorso è stato emozionante; accompagnato dalle acque fresche e dai vini pregiati offerti dai proprietari delle ville e dal sacerdote di San Lorenzo a Montisoni, incontrati lungo il cammino da Vespasiano. Una strada che ci auguriamo ed auguriamo di poter ripercorrere in futuro anche nella realtà fisica dei luoghi.

 

Contesti Familiari e Sociali

La dottoressa Kim Wi-Seon dell’Università di Ferrara ha tenuto l’ultimo intervento, ricostruendo con precisione il contesto familiare e sociale entro il quale visse Vespasiano da Bisticci, con particolare attenzione al fratello di Vespasiano, Leonardo che amministrava i poderi antellesi della famiglia. Lo studio preciso delle vicende patrimoniali e delle alleanze matrimoniali dei Da Bisticci ha dimostrato come quella stirpe, proveniente dal piccolo popolo di Santa Lucia, riuscì ad impiantarsi con successo a Firenze, acquisendo proprietà e imparentandosi con le famiglie che partecipavano al governo della città.

 

Antella: i “misteri” del ritiro e della biblioteca

Se i Bisticci si inurbarono con successo, per quale motivo il loro esponente più illustre, nel 1478, vendette la bottega e si ritirò ad Antella nella Villa il Monte?

Una risposta molto interessante a questo interrogativo è giunta dal pubblico, grazie all’intervento del proff. Riccardo Fubini dell’Università di Firenze. Infatti, se pare difficile stabilire un rapporto diretto tra il ritiro di Vespasiano e la diffusione della stampa di Johannes Gutenberg; il 1478 fu soprattutto l’anno della congiura dei Pazzi che portò al ferimento di Lorenzo dei Medici e all’uccisione del fratello di lui Giuliano. Tuttavia già nel 1459 era morto esule a Napoli il grande amico di Vespasiano, Giannozzo Manetti che le vicende politiche avevano portato a scontrarsi con Cosimo il Vecchio. Studiando l’opera del libraio dedicata al Manetti come anche le Vite, emergono le simpatie e le frequentazioni quanto meno poco filo-medicee di Vespasiano da Bisticci. Pare pertanto plausibile che le fortune (o le sfortune) politiche abbiano svolto un ruolo importante nella scelta del ritiro antellese.

 

Altrettanto affascinante, il mistero della biblioteca che Vespasiano da Bisticci aveva raccolto nella sua villa di Antella, possibile che il nostro territorio non ne conservi traccia? Certo dopo la morte di Vespasiano, l’erede e nipote Iacopo vendette Villa il Monte. Negli archivi dei successivi proprietari non si è trovata traccia della biblioteca, per quanto Massimo Casprini vi abbia indagato. In conclusione pare quasi certo che l’erede Iacopo abbia venduto e disperso i libri proprio come fece con la villa.

Alessio Mariani

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Asilo a Balatro, elementari ad Antella, medie a Ponte a Niccheri, Liceo a Bagno a Ripoli, laurea in Storia Medievale presso l'Università degli Studi di Firenze, una formazione che già riflette il legame con il territorio del quale mi sono appassionato a scrivere.