San Donatino a Campignalla, è qui che fu battezzata la Gioconda?

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Sul poggio che da sud guarda S. Andrea a Morgiano, a due passi da villa Belvedere, sorge l’oratorio di S. Donatino a Campignalla, con un campanile a vela e un pozzino con tettoia sorretta da due colonne di marmo bianco di epoca romana provenienti da una delle villae rusticae che esistevano nel territorio.Fu fondato da Donato Benci nel 1320, come attesta una lapide trecentesca murata sulla facciata e che rappresenta anche il miracolo operato da S. Donato. Il prodigio a causa del quale il santo fu decapitato nel 350 d.C. era avvenuto durante la celebrazione della messa in un paese nei pressi del Trasimeno. Improvvisamente, era entrata in chiesa una masnada di pagani che aggredirono il prete e con violenza mandarono in frantumi il calice di vetro. Donato raccolse i pezzi e li rimise insieme, ma ne mancava uno. Noncurante di ciò, vi avrebbe versato il vino servendolo ai fedeli senza che ne cadesse dal fondo.

Per oltre due secoli l’edificio è appartenuto alla famiglia Benci, proprietaria di un vasto territorio con ville e case da lavoratore e molto probabilmente, nel mese di agosto 1457, qui fu battezzata da don Carlo Benci la figlia di Amerigo, la ben nota Ginevra che fu amica di Leonardo da Vinci il quale la raffigurò nel quadro La Dama dei Ginepri e, forse, anche in quello più famoso La Gioconda.

Dopo vari passaggi di proprietà, l’oratorio fu acquistato nell’800 dai Baccani i quali costruirono un sepolcreto demolendo la cripta e sconvolgendo i resti umani di antiche sepolture. A seguito di recenti scavi sono stati portati alla luce un cranio e diverse ossa umane riconducibili ad un’epoca molto lontana che, dopo attenti esami del Carbonio 14, potrebbero avvicinarci agli anni in cui erano proprietari i Benci e – chissà! – forse ai resti della stessa Ginevra morta nel 1520.

La piccola chiesa ha sempre avuto notevole importanza per gli abitanti delle zone vicine che, fino al Novecento, il 3 maggio vi giungevano in processione con la reliquia della Santa Croce portata dalla chiesa di Quarate.

Oltre ai due bassorilievi di marmo murati ai lati della porta d’ingresso con scene della vita di San Donato, all’interno sono conservate preziose opere: un grande Crocifisso in legno scolpito nel Trecento e una statua policroma in legno alta oltre due metri raffigurante S. Donato in abito vescovile che fu rubata nel 1995 e fortunatamente recuperata prima di essere esportata clandestinamente in Inghilterra.

Dietro l’altare, nascosto in un armadio e protetto da un vetro, c’è lo scheletro di un «S. Benedictus» vestito con i paramenti sacri del quale non si conosce la storia e neppure il motivo per il quale il suo corpo fu messo lì.

Quindi…un oratorio tutto da scoprire!

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.