Per “Scoprendo Bagno a Ripoli” ecco l’ultima parte della lezione finale a cura di Nicoletta Matteuzzi sui comuni valdarnesi del Sistema Museale di Chianti e Valdarno

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Come promesso torniamo con l’ultima parte dell’ultima lezione di “Scoprendo Bagno a Ripoli” a cura di Nicoletta Matteuzzi riprendendo la narrazione dal comune di Reggello con l’impareggiabile Abbazia di Vallombrosa, Casa Madre della Congregazione dei monaci vallombrosani; la struttura sorge sul luogo dove, verso la metà dell’XI secolo, il fondatore San Giovanni Gualberto eresse una prima semplice cappella per il piccolo gruppo di monaci che si era ritirato con lui in eremitaggio; da allora gli ampliamenti sono stati molteplici fino ad arrivare all’attuale aspetto frutto degli interventi seicenteschi. Dal 2006 l’Abbazia accoglie fra le sue mura anche un piccolo Museo d’arte sacra che raccoglie diversi “tesori”: paramenti sacri, dipinti, libri e codici miniati, oggetti d’uso come maioliche o messali antichi, oltre ad un’importante serie di scagliole, testimone della particolare attività artistica dell’abate Enrico Hugford. Tra gli oggetti di pregio sono da ricordare il Reliquiario del braccio di San Giovanni Gualberto di Paolo di Giovanni Sogliani, il Reliquiario del Chiodo, il celebre Parato Altoviti e la grande pala con la Madonna col Bambino e i Santi Biagio, Giovanni Gualberto, Benedetto e Antonio Abate di Domenico Ghirlandaio e bottega.
All’interno del monastero vi è anche una biblioteca non visitabile che raccoglie numerosi testi di natura scientifica a dimostrazione dei i molteplici e particolari interessi dei monaci vallombrosani dediti all’astronomia, all’ottica, all’erboristeria e alla meteorologia.
L’ultimo comune affrontato è stato Figline Incisa Valdarno di cui fanno parte ben quattro Musei del Sistema Museale: il Museo della Collegiata di Santa Maria, L’Antica Spezieria Serristori, l’Oratorio del Crocifisso e il Museo della Civiltà contadina di Gaville.
Nella chiesa della Collegiata di Santa Maria si trova la Madonna col Bambino, sei Angeli e i Santi Elisabetta d’Ungheria e Ludovico di Tolosa del Maestro di Figline, contemporaneo di Giotto, che acquisisce alcune delle istanze stilistiche del grande maestro e le rielabora nel suo stile personale. In due stanze annesse alla sagrestia della Collegiata è allestita la piccola ma preziosa raccolta d’arte sacra, inaugurata nel 1983 di cui fanno parte dipinti, arredi sacri, oreficerie, paramenti e codici miniati tra cui si ricordano un’interessante serie di insegne ottocentesche del Venerdì Santo con i Simboli della Passione di Cristo e la grandiosa tavola del 1590 circa che rappresenta il Martirio di San Lorenzo di Ludovico Cardi detto il Cigoli.
Passando all’Antica Spezieria Serristori è da sottolineare che l’attuale sede presso la Villa di San Cerbone non è quella originale, infatti lo Spedale Serristori fino al 1890 occupava un lato dell’attuale piazza Ficino. Gli arredi della Spezieria sono quelli originale che risalgono al ‘500 e al ‘700; sono tuttora presenti alambicchi, vasi e ampolline al cui interno spesso si conservano ancora residui dei materiali e composti chimici medicinali segnalati nelle etichette, dette “polizzini”, con calligrafie ottocentesche.
La docente si è poi soffermata sul Museo dell’Oratorio del Crocifisso inaugurato nel 2002 nei due ambienti dell’omonimo oratorio e nell’annessa sagrestia; la collezione raccoglie dipinti e arredi sacri di notevole valore storico artistico ma anche di particolare valore devozionale come il Crocifisso ligneo che dà il nome all’intera struttura, che secondo la tradizione è un miracoloso oggetto portato qui da Firenze verso la metà del Quattrocento, in seguito ad una processione della Congregazione dei Buonomini di San Martino, dedita all’assistenza ai poveri, sebbene si tratti in realtà di un’opera cinquecentesca. Nel Museo troviamo notevoli opere quali la Madonna col Bambino del Maestro di Barberino e la straordinaria tela seicentesca proveniente da San Michele a Morniano raffigurante San Michele che pesa le anime, attribuita ad Orazio Fidani.
L’ultimo museo trattato è stato quello etnografico dedicato alla Civiltà contadina di Gaville Pieve che ospita numerosi oggetti di uso dei contadini della campagna valdarnese. Di particolare interesse sono la sezione con gli strumenti da lavoro, in cui è conservata una macina da frantoio del 1729, le sale che ricostruiscono gli ambienti domestici dei contadini e l’erbario.
Le lezioni del corso “Scoprendo Bagno a Ripoli” sono terminate: adesso è il turno dei nostri corsisti di mettersi in gioco e lavorare ai loro elaborati finali che verranno presentati venerdì 22 aprile alle ore 17.00 alla Biblioteca Comunale di Bagno a Ripoli.

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Nata a Firenze nel 1990, inizia a frequentare Bagno a Ripoli nel 2009 per lavoro e da allora continua a scoprire giorno per giorno questo bellissimo territorio. Laureata in Storia dell'Arte all'Università di Firenze contribuisce alla redazione di testi per il web dei siti www.echianti.it, www.ecomarathonbagnoaripoli.com, www.oliobagnoaripoli.it, www.rossorubino.tv.