Le Case di San Romolo e quelle apparizioni miracolose…

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Ancora oggi Case San Romolo è un piccolo agglomerato sperduto fra i boschi nei pressi di Villamagna, ma nell’Ottocento era un luogo lontano dal mondo abitato da poveri boscaioli e pastori.

Fra questi ultimi c’era la famiglia Galli che, per badare le pecore, il 23 maggio 1800 assunse Maria Teresa Lippi, una piccola orfana di 13 anni. In effetti, questo lavoro era svolto dai fanciulli che passavano giornate intere con la sola compagnia di pecore e agnellini, sognando e fantasticando di fronte agli spettacoli e alle forme che una natura incontaminata offriva.

Il 17 luglio 1800 la pastorella aveva perduto delle pecore, quando «presso a una piccola ginestra vide una figura di Donna, tutta vestita di bianco, e con velo pur bianco in testa». Impaurita, si voltò e si accorse di aver ritrovato tutte le sue pecore che la seguirono fino a casa dove raccontò l’accaduto. Pochi giorni dopo ritornò sul posto con altre pastorelle e la signora apparve di nuovo, ma la vide soltanto Maria Teresa e gli si rivelò come un’anima in purgatorio.

Dai particolari riportati capirono che si trattava di Marianna, la moglie di Michele Galli morta da pochi giorni.

La notizia si diffuse rapidamente e il popolo di Villamagna, guidato da molti preti, si recò sul luogo per ascoltare la pastorella che parlava con la signora…ma che soltanto lei vedeva! Le apparve ancora più volte nello stesso posto finché il 19 agosto, il giorno preannunciato dell’ultima apparizione in quanto l’anima sarebbe salita in paradiso, Marianna mostrò a Teresa «un’altra Signora grande, tutta vestita di bianco, come lei e le disse: è Maria Vergine discesa in soccorso di voi peccatori».

Il medico, presente allo strepitoso fatto, constatò l’improvvisa guarigione della pastorella dalle convulsioni che l’avevano colpita all’inizio delle visioni. Il pievano Paoletti, dopo aver sottoposto Teresa a alcune prove, si convinse che effettivamente aveva avuto le apparizioni e informò l’arcivescovo con una lunga lettera che poi fu stampata per i fedeli.

Le “Signore in bianco” lasciarono tre messaggi: pregare Dio in ogni tempo, fare opere di bene e portare un crocifisso nel luogo delle apparizioni.

Nel 1850, la semplice croce in legno fu sostituita con un tabernacolo che il 15 agosto 2000 è stato restaurato e affrescato dal pittore Roberto Smorti con l’immagine di quell’evento che dall’agosto 1800 non si è più ripetuto a nessuno.

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.