La mano di Leonardo Da Vinci nello “studio” di Bagno a Ripoli

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Nessuno lo potrà negare. La presenza di Leonardo da Vinci nel territorio ripolese è stata intensa e continua.

Nel 1498, a seguito di alcune disastrose alluvioni, la Signoria fiorentina affidò a Leonardo l’incarico di occuparsi dell’Arno e di fare uno studio per arginare le piene e salvare Firenze. Cominciò il suo lavoro recandosi all’origine del problema e cioè nel Pian di Ripoli dove normalmente si verificava la prima rotta del fiume. Ispezionò e studiò i luoghi andando direttamente sul posto e riempiendo molti fogli di disegni e progetti. Compose con estrema esattezza la famosa carta topografica (Windsor, RL 12679) indicando la pescaia e i due mulini di Rovezzano; annotando le misure di argini, renai e terreni e scrivendo molti toponimi locali, alcuni dei quali esistono ancora oggi, come nave, bixarno, renaio, ricorbolj.

Lasciò anche una precisa data del suo passaggio: «In Africo addì 5 di marzo 1503. Quindi, non c’è alcun dubbio che il grande genio, ha visitato attentamente il Pian di Ripoli per quasi due anni volgendo lo sguardo anche alle colline circostanti delle quali tracciò un disegno a penna rossa con al centro il poggio dell’Incontro scrivendone anche il nome, alla sua maniera, da destra verso sinistra (Madrid, BN 8936).

La sua curiosità lo spinse anche controcorrente sul fiume fino a Remole, dove scoprì le gualchiere degli Albizzi. Sicuramente si fermò a studiare il moto delle grandi ruote idrauliche che azionavano i magli per la follatura dei panni e ne fece dei nuovi progetti.

E ancora, si è tentato di riconoscere la sua mano nel progettare l’antichissimo ponte – recentemente restaurato – sulla vecchia strada medievale verso le gualchiere per scavalcare il borro di Romajolo, nei pressi di Rignalla.

Attraversò anche il colle di Baroncelli allontanandosi nella valle dell’Ema dove ebbe modo di aggiungere alla splendida Carta idrografica della Toscana (Windsor, RL 1227) il percorso del fiume riportando una dovizia di toponimi come Ema, Grassina, Antella, Grieve.

Una storia, forse un po’ romanzata, racconta che Leonardo abbia frequentato i suoi giovani amici Ginevra e Giovanni Benci durante la villeggiatura nella villa delle Tavernuzze e che nel ritratto che fece a Ginevra nel 1474 – La dama dei ginepri (National Gallery, Washington) – abbia rappresentato uno scorcio di campagna e di Firenze che si vede da lassù.

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.