Il lago preistorico che nasceva ad Antella (300mila anni fa)

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Se nel Pleistocene dell’Era Quaternaria, ci fossimo affacciati dallo sperone di Montisoni o, ancora più in alto, da Montemasso, al posto di una pianura antropizzata con strade, case e campi coltivati, avremmo visto un immenso lago senza fine.

Quando il mare pliocenico della Toscana cominciò ad allontanarsi dall’Appennino (4 o 5 milioni di anni fa) ci fu un sollevamento del suolo con emergenze montuose che crearono dei bacini lacustri fra i quali quello conosciuto geologicamente come il lago villafranchiano Firenze-Prato-Pistoia che si estendeva per oltre 40 chilometri, con una profondità variante dai 50 ai 200 metri.

Già nel Trecento, Giovanni Villani – nella sua Cronica – aveva supposto l’esistenza di questo grande lago preistorico e anche Leonardo da Vinci – in una pagina del Codice Atlantico – aveva mirabilmente intuito che un vasto bacino doveva essere esistito in tempi remotissimi.

Il lago cominciava proprio dall’Antella. Ancora oggi, sul poggio conosciuto come La Tomba – a poche centinaia di metri dalla pieve – mescolata ad argille sabbiose, affiora una gran massa di «sedimenti ciottolosi, scantonati e arrotati» dal millenario rotolamento nell’acqua. Le rive del lago erano coperte da una lussureggiante foresta dove pascolavano tranquillamente animali preistorici come mammut-elefanti, cervi e rinoceronti, mentre nell’acqua vivevano ippopotami e balene.

Molti di noi ricordano di aver visto nel sottotetto dell’oratorio di Montemasso il famoso osso di balena che, probabilmente, era una mandibola di un enorme cetaceo vissuto in questo lago. Circa cinquecentomila anni fa, a causa dell’erosione del masso della Gonfolina, le acque scesero verso il mare, il lago scomparve e rimase una grande distesa paludosa da Firenze a Pistoia. Invece, le acque dell’Antella si aprirono un varco fra il poggio di Belmonte e il Poggio a Grilli e defluirono completamente nel bacino dell’Ema lasciando la piccola valle con un denso e prezioso humus.

L’uomo non vide mai il lago preistorico perché apparve nel nostro territorio circa trecentomila anni fa, nel Paleolitico. In tutta la zona sono stati trovati reperti di epoca villanoviana ai quali sono seguiti, più numerosi, quelli etruschi. Anche i romani approfittarono della fertilità del luogo insediandosi con fattorie e villae rusticae delle quali ci sono testimonianze archeologiche.

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.