Il Cupolino, la vetta più alta del territorio ripolese

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La vetta più alta del territorio ripolese, con i suoi 693 metri, nelle carte topografiche è indicata come Poggio Firenze, ma popolarmente è ancora conosciuta come Il Cupolino.

Il nomignolo risale al 1882 quando gli Ufficiali dell’Istituto Geografico Militare costruirono sulla sommità del colle un torrino in pietra di forma piramidale come punto trigonometrico che divenne mèta di escursioni organizzate dalla neonata sezione di Firenze del Club Alpino Italiano.

Il torrino – oggi sostituito da un cippo di pietra e da un precario traliccio in legno – dominava un esteso pianoro spazzato dai venti che prende il nome di Piano di Firenze in quanto da qui si gode un magnifico panorama sulla città e sulla valle dell’Arno fino alle lontane montagne Apuane.

Indagini archeologiche effettuate nel secolo scorso hanno portato alla luce un tratto di cinta muraria di epoca arcaica intorno alla quale sono stati rinvenuti diversi reperti di particolare importanza (frammenti di bucchero, vasi attici, laterizi e tegole) che testimoniano l’esistenza di un abitato etrusco che, probabilmente, controllava il transito di uomini e bestie sulla sottostante strada Maremmana.

Poco distante, sulla stessa via di transumanza che scende a San Donato in Collina, su un poggio che guarda un laghetto, si erge Casa Gamberaia. Una colonica sorta su un importante stanziamento etrusco e poi romano di cui sono stati trovati vari frammenti di ceramica, bronzo, piombo e monete databili tra il IV secolo a.C. e il I d.C..

Quindi un’area di estremo interesse archeologico che si estende con altre testimonianze fino al ben noto Sasso Scritto che riporta un’iscrizione in lingua etrusca.

Si è anche ipotizzata una funzione religiosa dei due insediamenti di Poggio Firenze e di Gamberaia con un’area sacra dove i pastori provenienti dalle Maremmane minori si riunivano prima di proseguire il viaggio con le greggi verso il litorale tirrenico e qui si fermavano perché è sempre stato un luogo ricco di acque.

Una continuità religiosa si è avuta a Gamberaia per molti secoli quando, già nel 1085, esisteva una chiesa costruita sui ruderi etrusco-romani intitolata a San Michele che i Longobardi consideravano protettore delle sorgenti.

Camminando fra giganteschi castagni, pini marittimi, macchie di scardicci, scope e ginepri ripercorriamo un itinerario nella storia millenaria che neppure i ripetitori televisivi sul Poggio Firenze e i restauri sconvolgenti di Casa Gamberaia sono riusciti a cancellare.

Massimo Casprini

In alto: il Cupolino in una foto del 1930

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.