Greco, Balena, Giannetto e il monumento ai partigiani di Lonchio

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Nella notte fra il 1° e il 2 agosto 1944, durante il trasporto di alcuni sacchi di farina scambiati con un contadino, i partigiani furono attaccati dai tedeschi presso la casa del Pecoraio, vicino alla villa di Lonchio.

Greco (Emilio Morandi), dopo che dei colpi di sten gli forarono il sacco che teneva sulle spalle, riuscì a salvarsi buttandosi nel fosso e fuggendo nel bosco, ma una raffica di mitra colpì a morte Balena (Emilio Martini), mentre Giannetto (Ivo Lazzeri) venne catturato e in seguito assassinato a colpi di pugnale dai tedeschi alle Colonie di San Giorgio, sotto San Donato in Collina.

Esattamente tre anni dopo, il 3 agosto 1947, dopo la Liberazione del Comune di Bagno a Ripoli e di Firenze, fu innalzato un monumento alla memoria nel luogo dell’attentato.

Lo scultore Stelvio Botta di Roma modellò le figure dei partigiani uccisi su dei pannelli di terracotta che furono murati su un monumento in bozze d’alberese e di pietra locale lavorate dal partigiano-scalpellino Franco (Osvaldo Fantini) di Antella che era stato il primo a portare in Oltrarno la bandiera di Firenze liberata.

All’inaugurazione partecipò Gracco (Angiolo Gracci), il famoso comandante partigiano della 22bis Brigata Sinigaglia, divisione Potente.

Sotto i nomi dei caduti (Emilio Martini e Ivo Lazzeri) furono aggiunti quelli di Pietro Stefanini e della moglie Dina fucilati dai tedeschi il 3 agosto 1944. Completava l’opera la frase di Anacreonte – poeta greco del V secolo a.C. – Marte risparmia la vita non gli eroi.

Il monumento che vediamo oggi a Lonchio non è l’originale del 1947 in quanto i pannelli di terracotta si erano deteriorati a causa degli agenti atmosferici fino al completo disfacimento nel 1998. Quindi, le stesse figure di quattro caduti partigiani sono state modellate in bronzo dallo scultore Luciano Buccioni ed è stata unita una lastra in bronzo con i nomi dei caduti ai quali sono stati aggiunti quelli di altri partigiani morti nella battaglia per la Liberazione: Smanne (Alvaro Galganotti), Cannone (Ferrero Ferruzzi) e Berto (Alberto Casini).

L’inaugurazione del nuovo monumento è avvenuta il 24 aprile 1999 alla presenza del sindaco di Bagno a Ripoli Mauro Zampoli, del pievano Giovanni Martini e di un gran numero di persone che non dimenticano il sacrificio dei loro concittadini.

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.