LA REALE VILLA MEDICI di LAPPEGGI (2^ parte)

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La villa di Lappeggi si trova fra Grassina e Antella, e prende il nome dal colle sul quale sorge, in realtà l’origine del suo nome ha diverse interpretazioni, sappiamo che veniva chiamata Appeggio, o La Peggio; secondo il volume “Il medioevo nelle colline a sud di Firenze” (AA.VV, 2000, Edizioni Pagliai) l’edificio deriva il nome da un ramo della famiglia Bardi che si chiamava appunto Della Peggio, secondo Casprini e Guerrini, invece, il nome deriva dal termine “Appedius” nome di persona in forma primitiva, secondo la tradizione popolare ,infine, semplicemente veniva chiamata così perchè la peggiore fra tutte le ville medicee! Poco importa l’origine del toponimo, la cosa certa è che la villa si trovava, allora come oggi, in uno dei punti più belli dei dintorni di Firenze, vicino alla città, ma immersa nella gradevole campagna, luogo ideale quindi per la villeggiatura dei suoi nobili proprietari.

Originariamente era una tipica casa torre di stampo medievale che risulta appartenente dal XIV secolo ai monaci di Montescalari, nel 1427 l’edificio diviene di proprietà di Simone Antonio di Niccolaio della Peggio de’ Bardi, e come detto troviamo qui l’assonanza con il nome “Lappeggi”.

Incisione con la scritta “La reale villa Lappeggi” di Giuseppe Zocchi (1711-1767). Foto dal web

La proprietà è in seguito passata ad altre famiglie, i Gualtierotti, i Bartolini Salimbeni, i Ricasoli, e alla fine, nel 1569 ai Medici, acquistata insieme a tutti i suoi poderi dal principe Francesco. Quest’ultimo, dopo essere divenuto granduca, affidò la ristrutturazione della villa all’architetto Bernardo Buontalenti, che ridisegnò la forma dell’edificio, abbandonando la tradizionale impostazione del casolare a pianta rettangolare e creando una forma a ferro di cavallo, che si apriva sul davanti, con due loggiati sovrapposti che avanzavano verso il cortile, chiuso poi con un muro merlato aperto da un grande portone centrale.

L’immagine di come era la villa in questo momento si può ammirare nella bellissima lunetta dipinta da Giusto Utens; il dipinto ci regala uno straordinario scorcio di vita quotidiana. Nei particolari possiamo vedere, oltre che la campagna minuziosamente raffigurata, il pomario con gli alberi da frutto e i campi coltivati, anche vari personaggi, come figure di gentiluomini che giocano alla palla mazza, sia in giardino che in strada, una carrozza che arriva con delle dame al suo interno, e in primo piano una vivida scena di caccia.

Dettaglio della lunetta, di Giusto Utens, conservata a Villa la Petraia (foto dal web)

Possiamo facilmente immaginare i momenti di svago e rilassamento che i nobili venivano a ricercare qui in campagna, una fuga dalla corte per ritrovare un po’ di pace…

Anche Camilla Martelli, vedova di Cosimo I, soggiornò nella villa, in uno dei pochi momenti di serenità nella sua difficile vita, grazie alla concessione del nuovo Granduca Ferdinando.
Egli affidò in seguito Lappeggi a Don Antonio, il contestato figlio di suo fratello Francesco e Bianca Cappello; la villa divenne poi proprietà degli Orsini, per tornare in mani medicee nel 1640, e dopo essere appartenuta a Ferdinando II, arrivò al Cardinale Francesco Maria de’Medici, secondo figlio del Granduca e Vittoria della Rovere. Egli era un uomo molto poco incline alla vita da porporato, amante del lusso e dell’eleganza, adatto insomma più ad una vita di corte che ad una vita da religioso; lascerà infatti poi l’abito cardinalizio.

Costui, innamorato della villa decise di attuare un nuovo piano di ristrutturazione, e chiamò a realizzare i lavori l’architetto di corte Antonio Ferri, al quale chiese espressamente di riprodurre nella sua tenuta la magnificenza della villa di Pratolino.
L’ambizioso progetto non era però alla portata delle finanze del cardinale, che fu costretto a trattare sul prezzo, riuscendo ad ottenere un ottimo accordo:

– Volendo spendere, invece dei 90.000 previsti, solo 30.000 scudi, e compire la stessa fabbrica secondo il vostro disegno, per quanto tempo potrà ella stare in piedi con sicurezza?
– Diciotto anni. Rispose l’architetto Ferri.
– Si faccia così! Che per diciotto anni mi serve ella stia in piedi.

Nacque così la Reale Villa di Lappeggi, che ampliata e rialzata di un piano, fu arricchita dalla terrazza con due monumentali scaloni curvati che scendevano verso un meraviglioso giardino all’italiana, con siepi geometriche, fontane, statue, ninfei e piante di agrumi.

Anche l’interno della villa subì dei cambiamenti, come la creazione di quattro aree caratterizzate da drapperie colorate,l’appartamento giallo, turchino, rosso e verde. Gli interni inoltre furono affrescati da alcuni fra i più rinomati artisti del rococò fiorentino, come Alessandro Gherardini, Pier Dandini e Giuseppe Zocchi, e non ultimi vanno menzionati gli stucchi di Giovan Battista Ciceri.

La villa venne dotata di arredi sontuosi ed eleganti, e divenne sede di sfrenate e ricche feste, dove il cardinale Francesco Maria si dilettava della compagnia di amici, artisti e poeti, con i quali passava le giornate a giocare a pallacorda nell’edificio appositamente costruito, faceva dei gran pranzi annaffiati da ottimo vino, e assisteva, nel teatro della villa, a commedie, concerti e balletti.

Ma se chieggo
di Lappeggio
la bevanda porporina
si dia fondo alla cantina.

Cartografia dell’epoca del suo massimo splendore (foto dal web)

Con la scomparsa del cardinale nel 1710 la villa tornò al fratello Granduca Cosimo III che dopo la morte del figlio Ferdinando concesse l’usufrutto della tenuta alla nuora rimasta vedova, la principessa Violante di Baviera, che come sappiamo amò moltissimo questo luogo, regalando alla villa un ultimo periodo di splendore.

Con l’estinzione della casata Medici e l’arrivo dei Lorena le sorti della villa di Lappeggi furono le medesime di moltissime tenute suburbane che vennero progressivamente lasciate andare.

Nel 1816 la villa finì all’asta, il nuovo proprietario, il Capitano Gioacchino Cambiagi, fu costretto a demolire il primo piano, che come aveva predetto l’architetto Ferri non avrebbe potuto reggere per l’eternità, per finire, la suddivisione in porzioni e la trasformazione del giardino in podere cancellarono definitivamente l’aspetto magnifico della villa di un tempo.

Uno degli ultimi proprietari, Risaliti, ha operato un sensibile restauro, che ha in parte riportato in vita le meraviglie di un tempo, specialmente le sale affrescate, che erano state addirittura ricoperte con pittura bianca!

Fra i proprietari che hanno soggiornato nella villa va ricordato lo scultore senese Giovanni Duprè.

Disegno ottocentesco di E. Sanesi figlio, che l’ha rappresentata nel 1875 quando vi abitava lo scultore Giovanni Duprè (foto dal web)

Oggi la villa è privata e non è possibile visitarla, va detto comunque che lo splendore di un tempo è ormai scomparso,dato che ciò che rimane dell’antico edificio è stato in epoca moderna diviso in appartamenti e adesso è molto diverso da ciò che è stato.

Però possiamo percorrere il sentiero che costeggia la proprietà e godere della bellezza del luogo; su prenotazione si può visitare l’Oratorio di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, edificato vicino alla villa nel XVII secolo, dove si possono ammirare gli affreschi originali che illustrano storie delle vite dei santi, mentre invece i ricchi arredi sacri sono stati trasferiti alla chiesa dell’Antella.

Oltre la villa si può percorrere un tratto di strada detta “il treno” dove si allinea una serie di abitazioni che una volta erano annesse alla villa, tinaie, limonaie, il teatro e l’oratorio appunto.

Il sentiero prosegue fra le coloniche, costeggiando vigne e oliveti che fanno parte della Fattoria di Lilliano, con la sua villa Malenchini… ma questa è un’altra storia, e ne parleremo una prossima volta!

Itinerario “Borghi e colline” che passa da Lappeggi. La cartina è la foto della pagina della guida “Borghi e Colline” del Gruppo trekking Bagno a Ripoli, Edizioni multigraphic Firenze
(foto dal web)

Chi è Sheila Tagliaferro?

Sheila Tagliaferro è veneta, si è trasferita a Firenze per studiare all’Accademia di Belle Arti dove si è diplomata in pittura.
Da diversi anni  vive a Bagno a Ripoli dove è attiva nel gruppo di danze storiche “Balletto rinascimentale” della contrada Alfiere, all’interno del quale si occupa di rievocazione e studio dell’epoca medievale e rinascimentale.

LA REALE VILLA MEDICI di LAPPEGGI (1^ parte)

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