Non c’era un ricco cittadino fiorentino che non avesse un possesso nel contado. Si trattava d’investimenti con fini economici, ma anche di un rifugio per i piaceri dell’otium, della riflessione culturale, dello studio e della sicurezza propria e della famiglia. In effetti, nel castello o nella villa ci si sentiva protetti e sicuri, lontani da insidie di nemici. Nello stesso tempo ci si poteva dedicare alla caccia, ai banchetti e ai ricevimenti di clienti e amici offrendo loro una salutare e armonica vita all’aria aperta che poteva durare anche qualche giorno. Molto spesso fiorivano anche degli amori, in parte duraturi e più o meno leciti.

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