Mense scolastiche, addio alla plastica anche per le stoviglie

Da anni il Comune e Siaf, la società di refezione scolastica, hanno scelto di eliminare il materialea perdere e la plastica dalle tavole dei bambini. Adesso anche l’ultima scuola del territorioad avere piatti usa e getta dirà addio alla plastica grazie all’acquisto di una lavastoviglie.

585
Con il nuovo anno scolastico, nelle scuole di Bagno a Ripoli, tutte le mense saranno al 100% “plastic free”. Anche l’ultima mensa scolastica del territorio ad utilizzare piatti e bicchieri usa e getta, quella della scuola media “Redi”, si doterà di stoviglie riutilizzabili grazie all’acquisto di una lavastoviglie.

Arriverà così a compimento la trasformazione “verde” del servizio di refezione scolastica avviata da anni dal Comune di Bagno a Ripoli e dalla società di refezione Siaf, che ogni giorno mette a tavola circa 1800 alunni ripolesi senza l’impiego di stoviglie o contenitori di plastica e con ricette a base di prodotti di filiera.

Una battaglia, quella della “eco-mensa”, che già oggi grazie all’impiego in quindici scuole su sedici di stoviglie lavabili, dell’acqua del rubinetto servita nelle brocche, e grazie all’utilizzo di sacchetti biodegradabili per la frutta e delle vaschette di acciaio per l’invio dei pasti, consente di risparmiare ben 21,5 tonnellate di plastica ogni anno.

“Siaf e il Comune – spiega il sindaco Francesco Casini – da sempre hanno scelto di non utilizzare materiale a perdere e plastica per la refezione scolastica. L’unica eccezione si ha in caso di diete particolari, quando i pasti vengono confezionati singolarmente. Per questo non è possibile fare un raffronto tra il prima e il dopo ma abbiamo calcolato quanto sarebbe stato l’impatto di Siaf se avesse utilizzato la plastica nelle mense. Il risultato è incredibile. Solo rinunciando all’acqua in bottiglia, si risparmiano 140 metri cubi di plastica in un anno che corrispondono a un appartamento di 50 metri quadrati alto 2,70 metri pieno di bottiglie di plastica fino al soffitto”.

Nel dettaglio, la mensa “plastic free” di Bagno a Ripoli fa risparmiare ogni anno 21.488 kg di plastica così ripartiti: 2333 kg di bottiglie di plastica da 1,5 litri (25 grammi al pezzo, calcolando che ogni giorno ne venga distribuita una per tre utente); 7840 kg di piatti piani e di piatti fondi (14 grammi al pezzo, calcolandone uno al giorno per ogni tipo per ciascuno studente); 3780 kg per il tris di posate confezionate (13,5 grammi, uno per utente); 700 Kg di bicchieri (2,5 grammi, uno per utente); 6720 kg di vaschette multiporzione per l’invio dei pasti nelle scuole (80 grammi, tre ogni dieci utenti); 115,2 kg di sacchetti per frutta (8 grammi, una per ogni sezione).

“Con il nuovo anno scolastico – aggiunge il sindaco – anche la scuola media Redi diventerà al 100% ecologica. Qui, finora, il tempo prolungato ha avuto fasi alterne e si sono utilizzati piatti e bicchieri usa e getta e stoviglie in acciaio. Insieme all’Istituto Caponnetto e a Siaf, adesso, è stato deciso di dotare la mensa solo di materiale riutilizzabile, cosa resa possibile grazie all’acquisto di una lavastoviglie. Tutte le nostre mense, così, a breve saranno ‘green’. Con una piccola grande rivoluzione che fa bene all’ecosistema e soprattutto forma ed educa sui banchi di scuola piccoli cittadini consapevoli e rispettosi dell’ambiente”.

“Siaf – spiega il presidente della società di refezione Angelo Di Bella – è certificata secondo la norma Iso 14001 sulle buone pratiche ambientali ed è registrata Emas, strumento dell’Unione europea pensato per valutare e migliorare le prestazioni ambientali di un’azienda. Da anni la società presta particolare attenzione alla valutazione dell’impatto che la propria attività ha sull’ambiente e a tutto ciò che è utile al fine di rispettare le risorse naturali a disposizione. Massima attenzione è dedicata al consumo di materie prime plastiche nel senso di ridurne l’utilizzo, nonché ai principi della raccolta differenziata, alla riduzione/eliminazione degli sprechi nei pasti e dei residui dei pasti, e allo sviluppo degli approvvigionamenti secondo i principi della filiera corta e del km 0”.