“Non si combattono eserciti stranieri, non si spara, non si catturano prigionieri e dal cielo non piovono bombe. Eppure la vita quotidiana dei singoli e delle comunità è stata stravolta, e molte delle libertà più elementari sono state sospese. C’è chi non vuole utilizzare il termine ‘guerra’, ma io credo che sia proprio così”.
L’assessore comunale Francesco Pignotti diventa… scrittore e affida le sue riflessioni sulla quarantena a un libro intitolato “Sospesi. Breve racconto di una lunga quarantena” (Mauro Pagliai Editore, pp. 96, euro 8), una pubblicazione che prende spunto dalla difficile esperienza del lockdown per interpretare alcuni dei grandi cambiamenti innescati da questo terribile anno 2020.
Pignotti, classe ’89, laureato in Scienze Politiche, è da sempre appassionato di scrittura e in questa sua prima opera, incentrata sull’attualità del Coronavirus, ha deciso di utilizzare come traccia una sorta di diario redatto nei giorni del lockdown.
“Scrivere – confida – serve a fermare immagini, sensazioni, pensieri, riflessioni, incertezze e dubbi sul presente e sul futuro”. Così, descrivendo la “normalità sospesa” di quei giorni, lo sguardo si sposta oltre la cronaca della quarantena per cercare di rispondere a quelle domande che tutt’ora tormentano buona parte dell’umanità: come è accaduto tutto questo? Quanto durerà? Come cambierà il mondo?
“Ci siamo detti che ne usciremo solamente insieme – ricorda Pignotti – e la domanda che resta per ora senza risposta è: avremo imparato qualcosa, o lo avremo dimenticato in fretta?”.