La “nicchia ecologica” di Fonte Santa: storia di un microclima unico in Italia

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Nella zona di Fonte Santa si respira un’aria salubre e balsamica e il clima è talmente dolce e temperato che da sempre è stata scelta per escursioni e scampagnate.

Era stato il fitogeografo Giuliano Montelucci che, nell’ambito delle ricerche sulla vegetazione nei dintorni di Firenze iniziate nel 1954, scoprì che gli afflussi oceanici che giungono dal golfo del Leone, permettono la formazione di un microclima particolare. Nel 1971 pubblicò i suoi risultati e classificò questo territorio come una nicchia di straordinaria importanza nel contesto geografico e ambientale della penisola.

Il Poggio Firenze, che dista 90 chilometri dal mar Tirreno, è la prima montagna dove si impattano le masse d’aria che nascono in Atlantico ancora umide dopo aver percorso tutta la valle dell’Arno. Quassù, i venti s’incontrano con le correnti nord-orientali, provocano una condensazione di vapori e mantengono l’aria ben temperata. Perciò la zona assume una caratteristica climatica, quasi unica in Italia, che favorisce lo sviluppo di una vegetazione tipica dell’Atlantico con arbusti, piante e fiori rari a quest’altitudine e a tanta distanza dal mare e che si trovano solo nelle isole dell’arcipelago toscano e lungo il litorale.

Particolarmente interessanti sono lo scardiccio e il pino marittimo che non sopportano temperature basse ed è meraviglioso scoprire anche una quantità di fiori come orchidee, cisti, campanule, astri, eriche, gigli e tanti altri che a primavera e in ottobre fioriscono a perdita d’occhio.

Quindi, tutta la Costa al Sole è una culla molto umida per le condensazioni che generano ancora oggi numerose sorgenti – prima fra tutte la Fonte Santa – che hanno servito le ville medicee di Lappeggi, Lilliano e Mondeggi e, più recentemente e per un certo periodo, anche l’acquedotto comunale.

Certamente, questo clima particolare ha influito anche sulle coltivazioni dei contadini e in molti ricordano i famosi cocomeri di Tritone e le pesche del Nepi che, eccezionalmente, venivano prodotti a una quota di circa 500 metri.

Già nel 1480 Vespasiano da Bisticci scriveva che quassù «l’aria è in forma tale che ogni chorpo subito ripiglia le pristine forze» e il conte-scienziato Lorenzo Magalotti nel Seicento, aprendo le finestre della sua villa di Lonchio dove passava l’estate, esclamò: «Che, vi par poco, non più d’otto miglia da Firenze, par di trovarsi sotto un altro clima?».

Quindi, una zona temperata eccezionale e un piccolo tesoro naturalistico che meritano attenzione, tutela e rispetto.

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.