I castelli di Villamagna e la telegrafia medievale

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Anticamente, i poggi che dominano la valle dell’Arno sulla riva sinistra del suo corso erano coronati da castelli e da torri.

Costituivano come una linea di fortificazioni a guardia delle strette strade che seguivano quasi parallele il corso del fiume e sbarravano il passo della valle per difendere Firenze da eventuali attacchi nemici. All’occorrenza, le singole guarnigioni venivano rinforzate con l’invio di milizie dalla città e dalle Leghe circostanti.
Le notizie correvano velocemente attraverso un sistema di “telegrafia medievale” molto efficiente. Dall’alto di ogni castello si poteva comunicare con gli altri – anche molto lontani – con segnalazioni a catena di torre in torre. Di giorno si trasmettevano messaggi con colonne di fumo o agitando certe bandiere e di notte si accendevano dei falò con stoppie e paglia in un modo convenzionale.
Oggi, nel territorio di Villamagna si possono identificare alcuni di questi castelli che erano stati costruiti in posizioni strategiche e di dominio importanti. Troviamo Rignalla, Belforte, Monte Acuto e Poggio a Luco, tutti di origine longobarda e poi passati a facoltose famiglie fiorentine che, dopo il XV secolo, li hanno trasformati in ville di campagna.
Rignalla è un caratteristico edificio a ridosso della chiesa di S. Maria e conserva ancora il portico, la corte e una solida e alta muraglia merlata dell’antico castelletto edificato su uno sperone roccioso sopra l’abitato di Vallina dove l’Arno fa un’ampia curva.
Belforte per secoli è stato possesso dei Canigiani e presenta tutte le caratteristiche di un fortilizio con le mura merlate e una torre di difesa. Era a guardia della strada che portava ai valichi di Villamagna e dell’Incontro.
Monte Acuto si trova in posizione elevata a quota 285 m. slm all’estremità settentrionale dei poggi di Villamagna su uno sperone che scende a dirupo sulla riva dell’Arno. Fino al XIV secolo fu possesso dei Compiobbesi che da qui controllavano l’esteso feudo della ricca famiglia e tutte le sinuosità dell’Arno da Remole fino a Candeli. Si vedono ancora le antiche mura, la torre e vari elementi che lo fanno apparire come un potente guardingo.
L’attuale villa di Poggio a Luco sembra essere stata la rocca di un grandioso castello che si estendeva fino alla chiesa di San Gherardo e che fu distrutto dalle milizie senesi nel 1260.

Massimo Casprini

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.