Chiesa di San Quirico a Ruballa

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Descrizione

Una scalinata in pietra raggiunge il sagrato della chiesa dalla semplice facciata abbellita da due formelle in terracotta, opera dello scultore Nello Bini; che vi sono state apposte nel 1982. Sopra il portale una nicchia con un bassorilievo in maiolica smaltata raffigurante il ‘Cristo in Pietà’, l’opera voluta negli anni tra le due guerre dall’allora parroco Don Alfonso Petrioli, è la riproduzione di una Robbiana il cui originale è conservato al Monte di Pietà di Firenze.

All’edificio sacro si affiancano la canonica e l’antico cimitero nascosto da un alto muro e dal cancello di ferro battuto. Sul retro il campanile merlato edificato nel 1897. In passato vi era un semplice campanile a vela poi, all’inizio dell’Ottocento fu costruita una torre campanaria cuspidata e intonacata in bianco, che si rivelò stretta e pericolosa per cui, alla fine del secolo, venne ricostruita su progetto dell’ing. Pruneti.

La chiesa risale al XIII secolo ma è probabile che una precedente struttura esistesse anche intorno al 1000. Le più antiche documentazioni risalgono al 1286 quando ne era rettore il prete Buono. In origine fu un patronato della famiglia Cappiardi, che nel 1314 donò i diritti della chiesa ai Peruzzi, il cui stemma si trova ancora sulla facciata e all’interno della chiesa.

L’aspetto attuale deriva dal radicale restauro effettuato nel 1758 dal parroco Gabbuggiani. In tale occasione furono realizzate le decorazioni a stucco, gli affreschi alle pareti e l’altare maggiore, piccolo gioiello settecentesco di marmi policromi. Nel 1763, terminati i restauri, fu consacrata e elevata a prioria. All’interno vi sono numerose opere d’arte ottimamente conservate. All’altare maggiore un crocifisso di scuola giottesca databile verso il 1330, restaurato nel 1988. Ai lati di questo due grandi affreschi sormontati dallo stemma dei Gabbuggiani, raffiguranti l’uno la guarigione del cieco nato e l’altro l’ultima cena di ignoto pittore del Settecento. All’altare di destra una Madonna col bambino e San Giovannino di Domenico Puligo (1520 ca.), mentre in quello di sinistra vi è una tela attribuita a Francesco Curradi che rappresenta Sant’Antonio Abate con San Sebastiano, San Filippo e San Zanobi. Nella sagrestia una tela raffigurante il martirio di San Quirico e Giuditta anche questa attribuita al Curradi (1570-1661) e un crocifisso ligneo proveniente dalla Villa L’Apparita di Sopra. Nella chiesa vi è anche un organo del XVIII secolo, una Madonna trecentesca, un reliquiario del XVI secolo. Il fonte battesimale è del 1958.

Qui sono stati trasferiti, dal 1977, l’archivio e gli arredi della parrocchia di San Lorenzo a Montisoni, che comprendeva opere di grande valore.

Come arrivare

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La redazione del giornale eChianti.it