C’era una volta la Pasqua… con l’ovo ruzzolato!

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La mattina del Sabato Santo i ragazzi più grandi di Antella e di Grassina, in un  vèggiolo di terracotta, portavano il fuoco benedetto in ogni casa dei rispettivi paesi. Con un cucchiaio di quella brace ardente venivano accesi i carboni nel focolare per la cucina del rito pasquale.

Ogni famiglia ringraziava questi giovani “portatori di fuoco e di fede” con un uovo o con pochi soldi. La sera, grandi e piccini, si riunivano intorno al tavolo di cucina per colorare le uova che la mamma aveva già bollito e fatto assodare.

La pittura del guscio era un vero rito giocoso che si faceva col massimo impegno cercando di creare il disegno più bello con figure, uccellini e fiori. Qualcuno scriveva anche il proprio nome.

La mattina di Pasqua, le uova dipinte si portavano in chiesa per farle benedire, quindi si conservavano fino al giorno di Pasquetta quando ci si preparava per fare una gita in campagna. Due erano i luoghi mitici con viottole e prati in leggero pendìo per giocare “a ruzzolino”: Fattucchia per i grassinesi e il Leccio del Ginori per gli antellesi.

Il gioco era una vera e propria gara che consisteva nel far rotolare l’uovo dalla cima della salita fino al traguardo. Alla partenza, era permesso dargli un delicato “biscotto” con le dita per aiutarlo a scendere più veloce, poi si seguiva passo passo nella discesa con grida e incitazioni. Chi arrivava primo veniva premiato con piccoli doni.

Molto spesso, lungo il percorso qualche uovo sbatteva su un sasso affiorante e, incrinandosi, veniva dichiarato fuori gioco e i disegni fatti con tanta cura sul guscio finivano a pezzetti in mezzo all’erba. Il gioco terminava con un’allegra merenda…e a quel punto si mangiavano tutte le uova colorate con un pizzico di sale e una fetta di pane.

Sembra che la benedizione delle uova per Pasqua si rifaccia a antichi riti pagani che consideravano l’uovo metafora della perfezione e simbolo della nascita e della vita, poi ripresi dal Cristianesimo con lo stesso significato. Oggi, la tradizione dell’uovo ruzzolato a Grassina e a Antella è scomparsa, ma i più anziani ricordano di averla vissuta con gioia.

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.