Caterina d’Alessandria augura buon 25 novembre a tutti i ripolesi

15

Il venticinque novembre è un giorno particolare per Bagno a Ripoli; ricorre infatti la festa di santa Caterina d’Alessandria, la martire egiziana, alla quale la ricca famiglia fiorentina degli Alberti dedicò lo splendido oratorio trecentesco che rappresenta senza dubbio la più brillante gemma pittorica del nostro comune.

Ma per quale ragione artisti come il Maestro di Barberino e Spinello Aretino, giunsero a Bagno a Ripoli per affrescare le scene della vita di una santa originaria di una terra tanto lontana, oltre che tanto antica? Secondo la tradizione il martirio di Caterina risalirebbe infatti all’inizio del IV secolo; per ritrovare le prime testimonianze scritte (in lingua greca ed araba) della sua vicenda, occorra attendere più di duecento anni per l’oriente e poi fino ai secoli VIII e IX perché anche in occidente si cominciasse a rappresentare la martire nell’iconografia e a scriverne la vite in latino.

La leggenda più antica della santa non fa cenno al supplizio tra le ruote dentate ma anticipa tutti i temi che sarebbero stati sviluppati in seguito, come la bellezza e la sapienza straordinaria, il suo rifiuto di adorare le divinità pagane innanzi all’imperatore romano, la disputa dottrinale con i filosofi che lungi dal riuscire a convertirla come sarebbe stato nei desideri dell’augusto, accettarono loro stessi il martirio per Cristo. Gli scritti che descrissero la vita di Caterina nei secoli successivi, aggiunsero gli episodi della conversione della madre dell’imperatore, dello sposalizio mistico con Cristo come anche dei supplizi, sempre più spaventosi quanto inutili, tanto che perfino le ruote dentate si spezzarono di contro al corpo della santa che poté essere uccisa soltanto per decapitazione, secondo un topos assai diffuso nella letteratura sui santi tardo-antichi. Soprattutto però, di Caterina furono sottolineate la sapienza e la cultura vastissima, tanto da indurre alcuni studiosi ad ipotizzare che la sua figura fosse stata influenzata da quella della filosofa pagana Ipazia, vittima delle tensioni politiche e religiose che scossero Alessandria all’indomani della soppressione del culto pagano, disposta dall’imperatore cristiano Teodosio verso la fine del IV secolo.

In ogni caso però e per quanto la realtà storica della giovane alessandrina possa risultare fuggente, il culto di Caterina conobbe un felicissimo sviluppo sia in oriente sia in occidente, dove oltre trenta categorie di persone, dai filosofi, ai librai, alle sarte, vollero porsi sotto il suo patronato. A partire dal Basso Medioevo la venerazione trovò espressione anche grazie alla grandissima diffusione di poemetti, orazioni e rappresentazioni sacre, tra le quali spiccano numerosi manoscritti fiorentini, come la Storia di Santa Caterina di Garzo dall’Incisa, un tempo identificato con il bisnonno di Francesco Petrarca, e che certo subì il fascino dantesco della Vita Nova, fin forse a trasporre nella sua Caterina alcuni tratti angelici di Beatrice Portinari.

Oltre che grazie al legame tra gli Alberti e i mestieri di giudice e notaio dei quali era patrona, Caterina dovette giungere quindi a Bagno a Ripoli, anche in virtù della grandissima diffusione che il suo culto aveva raggiunto in Europa ed in particolare a Firenze. Ci piace infatti ricordare la tavola dello sposalizio mistico di santa Caterina (XIV secolo), conservata nella chiesa di San Lorenzo a Vichio di Rimaggio e per la cui attribuzione sono stati chiamati in causa Piero di San Miniato e Bicci di Lorenzo.

E’ pertanto davvero da un capo all’altro del nostro comune che possiamo augurare: buon 25 novembre a tutti i ripolesi !

SHARE
Asilo a Balatro, elementari ad Antella, medie a Ponte a Niccheri, Liceo a Bagno a Ripoli, laurea in Storia Medievale presso l'Università degli Studi di Firenze, una formazione che già riflette il legame con il territorio del quale mi sono appassionato a scrivere.