Viaggio nei segreti del Palio, dalle origini al perché dei nomi delle Contrade

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Il Palio è un gioco, è una festa, è storia, è cultura, è spettacolo. A raccontare le radici storiche di questa manifestazione giunta alla 38^ edizione, sono stati Fabio Del Bravo (storico inventore e promotore del Palio) e Michele Turchi. Animatori di una serata organizzata, venerdì 1° settembre, presso “I’Barroccio” nel giardino de I Ponti a Bagno a Ripoli.

Manca una settimana al Palio di Bagno a Ripoli organizzato dall’Associazione Palio delle Contrade – Giostra della Stella. Giunti alla 38^ edizione, era doveroso fare il punto sulle ragioni storiche che hanno indotto, all’inizio degli anni Ottanta, ad inventare, realizzare, portare avanti questa festa popolare.

Sul palco de “I’Barroccio”, a I Ponti di Bagno a Ripoli, Fabio Del Bravo e Michele Turchi, studiosi di storia del territorio, hanno raccontato la genesi del Palio.

Nato dall’esigenza di avere una festa anche a Bagno a Ripoli (anni prima c’era la processione dei Santi Pietro e Paolo), il Palio rievoca l’impegno dei ripolesi a sostegno della libertà comunale di Firenze.

Vista la necessità di fare riferimento a un arco temporale ristretto, fu scelto il periodo fra il 1570 e il 1576 in cui Bianca Cappello visse a Villa La Tana, nel territorio di Bagno a Ripoli.
La figura di Bianca Cappello, ampiamente descritta nell’intervento di Michele Turchi, è quella di una giovane veneziana scappata a Firenze per amore di Pietro Bonaventuri. Poi amante e moglie di Francesco I Granduca di Toscana, fu al centro di numerosi scandali e intrighi finché morì, forse avvelenata dai familiari del granduca, pochi giorni dopo suo marito.

Durante la serata è stato illustrato il perché del nome delle contrade:

Torre: Il nome deriva da una torre medievale prospicente a Via Roma. Scapezzata e parzialmente interrata per il rialzamento della strada dovuto alla costruzione della tramvia nel tardo Ottocento, anticamente serviva per controllare l’accesso alla città da sud. I colori della contrada sono rosso, blu, giallo.

Mulino: Il torrente Rimaggio ha permesso fin dai tempi più remoti la costruzione di mulini e gualchiere. In una fornace lambita dalle acque del torrente i Della Robbia sperimentarono le invetriature che li resero famosi nel mondo. I colori sono bianco, verde, blu.

Cavallo: Il nome è in ricordo dei cavalieri fiorentini che durante l’assedio del 1530 uscirono incamiciati di nero e con gli zoccoli dei cavalli felpati per attaccare un comando imperiale nei pressi dell’osteria di Meo. Da quel fatto d’armi il toponimo “Arco del Camicia”. I colori sono giallo, rosso, bianco.

Alfiere: Dedicata al garibaldino Giovan Battista Mascherpa che visse a Bagno a Ripoli. Di origine ticinese, giovanissimo, diventò carabiniere e fu mandato a Genova. Partecipò alla battaglia di San Martino di Custoza, alla battaglia del Volturno e di Monterotondo. Fu presente alla presa di Napoli e combatté in Francia. Pluridecorato con medaglie d’argento e bronzo, con l’Unità d’Italia fu mandato carabiniere a Bagno a Ripoli. Innamorato di una ragazza lasciò l’Arma per potersi sposare e continuò a vivere a Bagno a Ripoli lavorando come postino e come barbiere. I colori della contrada sono bianco, rosso, blu.

Appuntamento al 10 settembre con il Palio che ancora oggi, come quasi quarant’anni fa, significa volontariato, coesione, rinforzo del tessuto sociale, scambio con le città aderenti alla Federazione Nazionale ed Europea Giochi Storici, cultura.