Piano e violoncello, magia nella Chiesa di S. Lorenzo a Vicchio di Rimaggio

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Due ragazzi fantastici, un violoncellista e un pianista non ancora ventenni, sono stati venerdì sera protagonisti nella serata d’inaugurazione della Stagione di Primavera promossa dagli Amici di Vicchio di Rimaggio.

Si chiamano Giovanni Inglese e Beniamino Iozzelli, sono entrambi toscani ed entrambi si sono formati al Conservatorio Cherubini di Firenze, il primo alla scuola di Andrea Nannoni e Luca Provenzani ed il secondo a quella di Giovanna Prestia. Vincitori di molti concorsi nazionali e internazionali, fra cui il Premio Crescendo di Firenze, sono attualmente stati selezionati per frequentare corsi di perfezionamento all’estero, rispettivamente a Salisburgo e a Mosca.

Nella Chiesa di S. Lorenzo a Vicchio di Rimaggio di Bagno a Ripoli, Giovanni e Beniamino hanno presentato ad un uditorio gremito – fra cui anche diversi attentissimi ragazzi dell’Istituto Comprensivo Puccini, con i loro docenti – un programma accattivante, con tre capolavori del repertorio per la formazione del duo violoncello e pianoforte: Adagio e Allegro in la bemolle maggiore op. 70 (1849) di Robert Schumann, la  Sonata Arpeggione in la minore D 821 (1827) di Franz Schubert  e la Sonata in sol minore op. 19 (1901) di Sergej Rachmaninov.

Già dalle prime note di Schumann, il duo riusciva a catalizzare l’attenzione degli spettatori grazie alla magia di un suono bellissimo, perfettamente amalgamato fra i due strumenti. Sia il timbro del violoncello di Giovanni, sia quello del pianoforte di Beniamino, non avevano nulla di scolastico ed evidenziavano la raffinata sensibilità di questi due giovanissimi artiststi. Il dualismo schumaniano, quel caratteristico alchemico connubio fra apollinea introspezione e dionisiaca  passione, prendeva forma viva nell’esecuzione del duo Inglese-Iozzelli, senza peraltro minimamente minare la perfezione esecutiva e l’assieme accuratissimo.

La Sonata Arpeggione di Schubert si faceva davvero apprezzare, mostrando interessanti tratti di un’interpretazione nobile ed espressiva, capace ad un tempo di rivelare minuziosi  particolari e controllo della forma. Applausi calorosissimi il pubblico riservava infine anche alla virtuosistica Sonata di Rachmaninov op. 19, gestita dai giovanissimi musicisti con grande disinvoltura e con l’entusiasmo contagioso di una frizzante intensità comunicativa. E ancora il duo regalava fuori programma una toccante pagina di Ciajcoskji.

Goffredo Altisani