Quando mamma e papà si arrabbiano: imparare a litigare

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I litigi di coppia alla presenza dei figli sono ormai diventati un argomento tabù: sono vietatissimi da buona parte degli specialisti, eppure come genitori sappiamo quanto siano difficili da evitare. Anche limitando al massimo urla ed offese, spesso “la tensione si taglia a fette” tra mamma e papà ed i figli se ne accorgono benissimo.

Andare a discutere nell’altra stanza o quando riteniamo che i bambini dormano, non li esenta dalla percezione del problema. Per non parlare di quando cediamo alla nostra umanità e diamo sfogo alla nostra rabbia e delusione, dimenticandoci di dove e con chi siamo.

La rabbia è un’emozione poco apprezzata, ma ha indubbiamente le sue utili funzioni: scarica la tensione, esprime la presenza di un forte sentimento e permette spesso di affrontare un problema che tendiamo a rimandare.

Le liti possono quindi diventare eventi anche costruttivi ed essere utilizzate per accompagnare i figli nella scoperta di questa emozione impopolare e nella sua gestione.

Come in altre occasioni, i figli fungono da specchio per i genitori ed occuparsi di questi aspetti costruttivi aiuta anche la coppia ad elaborare la lite e dargli un significato utile.

Tuttavia, il bambino che assiste al litigio tra i genitori potrà temere per la rottura definitiva dell’armonia e dell’unità familiare, perché non riesce capire le loro incomprensioni. È importante rassicurare il bambino sul fatto che il litigio fa parte della relazione e che non porta necessariamente alla rottura.

Anche i bambini litigano con gli amici ed esprimono la loro aggressività: è importante che sappiano che questa emozione non deve essere rifiutata o negata, ma semplicemente gestita al meglio, in modo da non provocare danni difficili da riparare.

Ad esempio, se sentiamo di aver esagerato nell’espressione delle nostre emozioni, si può ammettere di essere dispiaciuti per non essere riusciti a gestire la rabbia e comunicare la nostra volontà di provare in futuro ad esprimerla in modo più adeguato.

Se il bambino è molto piccolo percepisce la tensione, ma non è capace di dargli un significato, perciò ne rimane ancora più spaventato. Ha bisogno soprattutto di essere rassicurato tramite il contatto fisico, ovvero con le coccole. Parlare con lui e spiegare la situazione potrà comunque aiutare il genitore a sciogliere la rabbia ed il piccolo a tranquillizzarsi.

Un altro aspetto da tenere presente quando si “perdono le staffe” davanti ai figli è che i bambini tendono a pensare che tutto riguardi loro in modo diretto: soprattutto se i genitori discutono sull’educazione del figlio, possono sentire di essere responsabili delle tensioni in famiglia.

È importante rassicurarli affinché capiscano che non hanno responsabilità nella relazione tra i genitori, perché è composta da persone adulte, che decidono in modo autonomo delle proprie vite.

 

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Psicologa specializzata in psicoterapia psicoanalitica. Consulenza psicologica; sostegno alla persona, alla genitorialità e alla coppia; consulenza tecnica per il Tribunale in materia di separazione e affidamento di minori.