I Pastori Rimaggesi

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L’allegra brigata dei Pastori Antellesi era stata fondata nel maggio 1599 da un piccolo gruppo di nobiluomini nelle loro ville di Balatro e dell’Antella. Fra questi c’era anche Lelio Giraldi che possedeva villa La Massa sulla riva dell’Arno il quale volle costituire all’interno della compagnia una piccola schiera di Signori del territorio a lui più vicino – il Pian di Ripoli – che si riconobbero come i Pastori Rimaggesi, mutuando il nome dal torrente Rimaggio.

Ognuno di loro si era attribuito uno pseudonimo che rievocava il mitico mondo dell’Arcadia greca. Quindi, avevano deciso di fuggire temporaneamente dall’opprimente cerchia delle mura di Firenze per cercare la gioia e la serenità del mondo campestre attraverso un fantastico ritorno alla vita pastorale e alla purezza della natura

Al piccolo gruppo si erano aggiunti ben presto noti letterati,  artisti, musici e scienziati che si riunivano per conversare, discutere di filosofia, di scienza e di letteratura, comporre poesie pastorali, sollazzarsi con giochi e burle. Inoltre, organizzavano vere e proprie spedizioni di uno o più giorni sulle colline circostanti per andare a caccia o a pesca nell’Arno e nell’Ema, con un codazzo di bifolchi, archibugieri, pescatori e servitori i quali si preoccupavano di imbandire gustose e abbondanti tavolate all’aria aperta.

Opico (Lelio Giraldi), Clerinto (Jacopo Giraldi) e Damone erano i Pastori Rimaggesi che si prestavano volentieri ad ospitare gli amici nelle magnifiche e grandiose ville La Massa e La Tana l’ultima notte dopo una settimana trascorsa sui poggi e nelle ville dell’Antella prima di rientrare a Firenze.

Al mattino, dopo una lauta colazione, una «proficua pescagione» e un «verseggiar all’improvviso» che, normalmente, vedeva lo scontro fra Piero de’ Bardi-Selvaggio e Michelangelo Buonarroti il Giovane-Alfesibeo, attraversavano l’Arno con una nave – probabilmente quella di Rovezzano – e sull’altra sponda c’erano le carrozze del conte Bardi ad aspettare per portarli in città.

Il Buonarroti ci ha lasciato un immenso carteggio con le descrizioni e gli esilaranti rapporti dei lunghi anni di vita di questa Compagnia. L’Arcadia romana non era stata ancora neppure immaginata. Sarebbe sorta soltanto cento anni più tardi.

 

 

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Massimo Casprini, classe 1943, nato e vissuto a Bagno a Ripoli e appassionatissimo di storia locale così come di fotografia e di viaggi.