Graziano Braschi, un uomo d’ingegno e vignettista satirico senza compromessi | FOTOGALLERY

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Cittadino ripolese per più di trent’anni, Graziano Braschi è stato uomo d’ingegno, impegno, cultura e disegno, vignettista satirico pungente e senza compromessi; tra i fondatori della rivista Ca Balà, con Berlinghiero Buonarroti e Paolo della Bella, stravolse i canoni della satira politica in Italia, guardando oltralpe agli esempi francesi di Hara Kiri e Charlie Hebdo. Ieri, ad un anno dalla scomparsa, familiari, amici e colleghi hanno ricordato Graziano Braschi con una giornata di studio presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze.

Eppure Ca Balà nacque ben lontana dal centro fiorentino, preferendo Compiobbi, tra i primi paesi d’Italia dove si chiuse un’industria perché inquinava troppo“, ed originò dall’impegno del Gruppo Stanza, nel quale i tre fondatori di Ca Balà, per molti anni, realizzarono stampe serigrafiche di altissimo livello tecnico ed elitarie vignette umoristiche. In questa stanza a Compiobbi si formò quindi Graziano Braschi quale disegnatore e vignettista nel corso degli anni sessanta; poi dal 1971 al 1980 uscirono i numeri di Ca Balà, sull’onda del Sessantotto lungo, con una scelta di comunicazione alta ma legata ai movimenti perché se è vero che la satira richiede una sospensione di empatia, ridendo di qualcuno che cade, quella sospensione può avere il fine di arte sociale ed utile.

E l’umorismo di Graziano Braschi fu davvero utile e terribile; aristocratico ed assieme caustico, dalla dissacrazione (per annegamento nel fiume) di icone sacre come quella dei gattini, al disegno anticlericale, erotico, nero, antimilitarista, per lungo tempo unico in Italia a sprofondare nel tema del bestialismo, caratterizzato dalla capacità originalissima di sbalzare bruscamente il lettore dalla cultura letteraria più alta a quella popolare nonché da un’ispirazione definibile non altrimenti che neorealista. Originalissimo, l’ingrediente fantastico che Graziano Braschi gettò infine nel calderone bollente della satira, sirene, sfingi, pirati, suggestioni di Verne e Salgari che configurarono un filone di umorismo allora nuovo e definito quale: umorismo letterario e poetico.

Tratteggiato questo humor non ci sorprende di ritrovare l’intellettuale collaborazionista o arrampicatore culturale tra i personaggi più di sovente alla berlina su Ca Balà che invece proprio non voleva collaborare e che per questo poté dividere la satira italiana tra un prima e un dopo; con L’omino di Ca Balà quale unico logo, curiosamente solipsistico, sempre sulla copertina ed opera di un cittadino ripolese, tra i pochissimi ad aver contribuito ad esercitare un influsso rilevante sul panorama culturale italiano.

Ringraziamo sentitamente Maria Grazia Pagnini, moglie di Graziano Braschi e storica bibliotecaria della Biblioteca Comunale di Bagno a Ripoli, che ci ha gentilmente invitati alla giornata di studio.

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Asilo a Balatro, elementari ad Antella, medie a Ponte a Niccheri, Liceo a Bagno a Ripoli, laurea in Storia Medievale presso l'Università degli Studi di Firenze, una formazione che già riflette il legame con il territorio del quale mi sono appassionato a scrivere.