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mercoledì, Aprile 24, 2024

Toscana in karategi: record di partecipanti alla gara regionale

Il Maestro Michele Romano – presidente del comitato toscano della Federazione Italiana Karate – ha definito la competizione interregionale: “Una gara regionale con i numeri di una gara nazionale”

Domenica 12 marzo 2023 una sta da ricordare per gli atleti i karategi di Bagno a Ripoli. A Castelfranco di Sotto (PI) si è svolta la competizione regionale. Ben 28 società sportive e 750 atleti di tutte le età, con un livello di competitività alto, si sono esibite sul tatami

Le palestre Tzubame di Greve in Chianti e di Ponte a Greve e l’Empi Dojo di Osteria Nuova sono riuscite a portare a casa risultati incredibili, persino inaspettati. Il ricco bottino di medaglie conquistate ha permesso alla società Empi di classificarsi terza, fra tutte le palestre partecipanti, nella specialità del kata. Un traguardo veramente importante, che dà conferma, ancora una volta, dell’estrema qualità del lavoro svolto dagli istruttori del Dojo ripolese, Marco Diani e Francesca Gentile.
Buone le prestazioni anche dei bambini dei Dojo di Greve e di Ponte a Greve: complessivamente la Tzubame porta a casa 5 ori, 3 argenti e 7 bronzi.
I ragazzi si sono portati a casa un’esperienza ormai a importante: se di fronte ad un errore o una sconfitta viene spontaneo scoraggiarsi, il Karate è qui per insegnarci che i successi più meritevoli sono spesso raggiunti dopo un “testardo e prolungato fallire”. In giapponese, questo concetto è noto con il termine di “shippai”, il fallimento come opportunità di crescita e di apprendimento.
Chi è riuscito in questa gara a riscattare risultati deludenti delle gare precedenti deve essere di esempio per coloro che questa volta non si sono sentiti all’altezza delle proprio aspettative. Perché la prossima volta andrà sicuramente meglio!
La comunità ripolese deve essere orgogliosa di questi piccoli, grandi atleti che si allenano ad affrontare le sfide della vita rispettando le regole e gli l’avversari.

Le immagini parlano da sole: l’emozione e la grinta ce la trasmettono con i loro volti.

 

Igino: karateka con 89 primavere negli occhi

Quando Marco Diani, responsabile tecnico del dojo di karate Empi di Osteria Nuova, ha avviato il corso di Karaterzetà, non si aspettava che sarebbe diventato l’orgoglio e il vanto della palestra. Ciò che era nato con l’intento di essere un innovativo progetto socio-medico-sportivo, si è infatti trasformato in un gruppo unito e affiatato di persone, una grande “famiglia in karategi”, come spesso piace definirlo a Marco.
Così, il 3 marzo, in occasione dell’ultimo allenamento, con un piccolo rinfresco è stato festeggiato il compleanno di Igino, uno degli allievi “storici” del progetto, sia perché vi ha preso parte fin dalle prime battute, sia per la sua età, decisamente invidiabile: 89 primavere, portate con grande classe.

Igino

Grazie alla sua tenacia, Igino è riuscito in pochi anni a “colorare” sempre di più la propria cintura, arrivando ad ottenere il grado di cintura verde, che, per i non “addetti ai lavori”, è un livello di tutto rispetto!
Partecipare a un allenamento del gruppo Karaterzetà è sinceramente un’esperienza che consiglio a chiunque: la spensieratezza, la voglia di divertirsi e stare insieme, prendendosi al contempo cura del proprio fisico, sono solo alcuni degli elementi che rendono speciale quest’ora di karate. C’è amicizia, c’è rispetto, ci sono persino tutte le classiche dinamiche – battute, sorrisi, dispetti affettuosi – tipiche di una classe di alunni che segue una lezione. Ma la cosa veramente sbalorditiva e potente che si può apprezzare quando ci si allena con “i nonni” di Karaterzetà è la loro determinazione, la grinta e la passione, quella voglia di fare che automaticamente rende l’età anagrafica nient’altro che un dettaglio, come dimostra la storia di Igino. Ciascuno si impegna sempre al massimo, in ogni tecnica e in ogni movimento, arrivando sin dove può. Questi nonni-karateka sono un vero esempio per tutti, e non solo per ciò che fanno sul tatami.


Le iscrizioni sono SEMPRE aperte, le prove SEMPRE gratuite, il gruppo SEMPRE in crescita, la salute e il benessere SEMPRE in primo piano, la pigrizia e l’incredulità nell’affrontare qualcosa di nuovo SEMPRE pronte per non farti fare il primo passo……IL DOJO EMPI “SEMPRE” APERTO PER ACCOGLIERTI!

Rockettari al circolo ARCI di Osteria Nuova a Bagno a Ripoli!!!

Il Circolo Arci di Osteria Nuova a Bagno a Ripoli da marzo ad maggio 2023 organizza una rassegna di musica rock/blues. Parteciperanno una seria di band provenienti dal territorio fiorentino composte da musicisti accomunati tutti da una grande passione per la musica. Musicisti e cantanti sono di età varia: si va da band composte da poco più che adolescenti a band i cui componenti superano abbondantemente i sessanta anni. Tutti hanno una caratteristica in comune: NON SONO PROFESSIONISTI. Si esibiranno studenti, operai, impiegati, insegnanti, medici, veterinari e quant’altro e non mancano i pensionati.
Questa rassegna rappresenta una prima esperienza che potrà essere ripetuta in futuro.

Il titolo scelto: IN ROCK SIGNO VINCES proviene da un lp della storica band fiorentina Dennis and the jets, che si distingueva, oltre che per un’estetica molto originale, anche per una grande capacità di trasmettere entusiasmo e divertimento in tutti i suoi concerti: questo vuole essere lo spirito della nostra rassegna.

In questo periodo il circolo di Osteria Nuova vuole aprire nuovi spazi culturali all’insegna anche del divertimento. I generi musicali della rassegna sono principalmente il rock e il blues. Si tratta nella maggior parte di esecuzioni di pezzi noti. Alcuni gruppi presenteranno musiche originali. L’obiettivo che si è posto il circolo non è solo quello di far ascoltare della buona musica ma anche quello di stimolare i gruppi che parteciperanno, ed in futuro anche altri, a farla, la musica. Quindi le band troveranno in questa rassegna ed in probabili future edizioni, la possibilità di esibirsi e di avere uno stimolo per andare avanti nella loro passione.

In foto il programma fino al prossimo maggio 2023

Programma marzo-maggio 2023

Un bell’as-saggio di karate

Empi Dojo: gli atleti

La scusa è stata Lo Sport ed il fine Lo Stare Bene Insieme.

Gli atleti di EMPI DOJO hanno fatto spiccare il volo anche agli spettatori.

Lo sapevate che Empi significa “volo di rondine”? Lo ha riferito il presentatore/maestro/arbitro e atleta Marco che ha condotto la serata in maniera impeccabile.

Un tatami pieno di ragazzi di tutte le età della scuola di karate Empi Dojo di Osteria Nuova ha intrattenuto il pubblico in sala con il saggio di… inizio anno!

Non è la prima volta che Marco e Francesca, i Maestri del Dojo, decidono di allestire uno spettacolo per mostrare a genitori e parenti dei propri allievi quanto da loro appreso durante l’anno, nel corso delle lezioni. Questa volta, il numero di persone aderenti all’iniziativa del dojo Empi è diventato così elevato che il solo spazio della sala teatro della Casa del Popolo di Osteria non era più sufficiente ad accogliere le oltre duecento persone, fra karateka e loro familiari, previste per lo spettacolo.
E così l’intero gruppo di karateka, dai più piccoli fino ai “nonni” del progetto karaterzetà, si sono spostati per l’esibizione nella sala del teatro/cinema del CRC Antella. In poco più di un’ora di spettacolo, gli allievi dell’Empi hanno mostrato il meglio del proprio repertorio, portando in scena incontri di kumite, kata di gruppo e combattimenti simulati molto scenografici, in un crescendo di difficoltà tecnica che è, infine, culminato con l’esibizione del Maestro Michele Romano, direttore tecnico della palestra Tzubame di Greve in Chianti dove sono nati e si sono formati gli istruttori Marco e Francesca, che oggi guidano l’Empi Dojo. Mettendo in scena un kata apparentemente semplice e mostrando alcune applicazioni di tipo pratico delle tecniche eseguite, Maestro Romano ha dato una genuina lezione di “vero karate”, come l’hanno descritta i suoi allievi, celebrando con l’occasione i suoi 45 anni in karategi.

La serata si è conclusa alla Casa del Popolo di Osteria Nuova, da Elena e Matteo, per la consueta pizzata di festeggiamento. Considerando l’alto numero di partecipanti alla manifestazione, importante è stato l’impegno anche dello staff di sala e della cucina, a cui l’Empi Dojo fa i propri complimenti. I Maestri ci tengono inoltre a ringraziare la CDP di Osteria, Elena e Matteo non solo per l’ospitalità ma anche per il prezioso supporto che forniscono costantemente al dojo, primo su tutti mettendo a disposizione i loro spazi per gli allenamenti.

La serata è stata proficua per la raccolta di fondi per due buone cause: da qualche anno ormai Maestro Michele, Francesca Gentile e sua sorella Olivia sono testimonial della fondazione Cure2Children, che si occupa di promuove la cura dei bambini affetti da malattie oncologiche. Per poter sostenere le loro preziose iniziative, è stata allestita per l’occasione una lotteria, con premi donati da varie realtà vicine alla palestra: Gelateria Conti a Campo di Marte, Agricola Olivart Bagno a Ripoli, Agraria Pratesi e Alimentari Bussotti a Strada in Chianti, oltre ai regalini fatti con amore dalla mitica Nonna Anna, karateka del gruppo Karaterzetà. Il ricavato della lotteria è stato devoluto in parte a Cure2Children, tramite il responsabile dell’Area Chianti Marco Pratesi, in parte alla famiglia di Eloy, il cittadino antellese rimasto vittima di un incidente stradale. Visto il successo della serata, gli allievi e i maestri dell’Empi non vedono l’ora di replicare, con il saggio… di fine anno!

Se siete interessati a fare una prova per questo sport per far parte della grande famiglia EMPI, Marco e Francesca, insieme ad un folto gruppo in KARATEGI, Vi aspettano da lunedì a venerdì, dalle ore 17.00 alle ore 20.30, per presentarvi tutto il programma dei corsi proposti. GIOCOKARATE dedicato ai più piccoli di età compresa tra i 5 / 7 anni, PRE-AGONISTI da 8 a 12 anni, AGONISTI da 12 a 40 anni, AMATORI e per finire, ma non certo meno importante, KARATERZETA’ il progetto socio-medico-sportivo di karate riconosciuto a livello nazionale per le persone “diversamente giovani”, dai 60 ai 100 anni.

Le lezioni si svolgeranno presso la sala teatro e gli spazi esterni della Casa del Popolo di Osteria Nuova. I corsi sono patrocinati dal Comune di Bagno a Ripoli.

Per informazioni, contattare il numero 3355240713 (Marco) 3474980028 (Francesca) o scrivere a empidojo@gmail.com .

CORSI DI KARATE PER TUTTI I GUSTI


Sono riprese le Lezioni di Karate della ASD EMPI e le prove aperte a tutti coloro che vogliono provare ed essere parte di questa disciplina sportiva nonché Arte Marziale. Marco e Francesca, insieme ad un folto gruppo in KARATEGI, vi aspettano da lunedì a venerdì, dalle ore 17.00 alle ore 20.30, per presentarvi tutto il programma dei corsi proposti. GIOCOKARATE dedicato ai più piccoli di età compresa tra i 5 / 7 anni, PRE-AGONISTI da 8 a 12 anni, AGONISTI da 12 a 40 anni, AMATORI e per finire, ma non certo meno importante, KARATERZETA’ il progetto socio-medico-sportivo di karate riconosciuto a livello nazionale per le persone “diversamente giovani”, dai 60 ai 100 anni.

Le lezioni si svolgeranno presso la sala teatro e gli spazi esterni della Casa del Popolo di Osteria Nuova. I corsi sono patrocinati dal Comune di Bagno a Ripoli. Per informazioni, contattare il numero 3355240713 (Marco) 3474980028 (Francesca) o scrivere a empidojo@gmail.com .

Da San Giorgio a Ruballa a San Lorenzo a Montisoni

Chiesa di San Giorgio a Ruballa

by Andrea Misuri

Con gli amici del Cral di Firenze partiamo da Osteria Nuova e da una delle più antiche chiese del territorio. Ad aprirla è Don Moreno, cinquantanove anni, da cinque pievano di Santa Maria all’Antella.  La storia della chiesa ce la racconta insieme a Roberta Tucci, ripolese doc  e un grande amore per la sua terra.

L’interno
Il Crocifisso di Taddeo Gaddi
Madonna in trono
Il committente

La dedica al santo guerriero che sconfigge il drago indica l’origine longobarda della chiesa. Il toponimo potrebbe derivare da un Rubius romano proprietario di queste terre. Sappiamo che venne consacrata il 3 ottobre – ma non di quale anno – come è scritto su una lapide in pietra all’interno della chiesa stessa. Il patronato appartenne alla famiglia dei Pilastri fino all’inizio del ‘300, per passare successivamente a quella dei Bardi di Vernio. Quattrocento anni dopo, nel 1707, furono ancora i Bardi a modificare l’interno in stile barocco apponendo una targa all’entrata che ricorda quella trasformazione. I lavori esterni furono eseguiti il secolo successivo, nel 1863, da parte dell’architetto Niccolò Matas, che proprio in quegli anni si dedicò al progetto della facciata della Chiesa di Santa Croce per la quale si ispirò agli stilemi dell’architettura romanica e gotica fiorentina del Quattrocento e che gli dette grande fama.

Il Crocifisso con il Christus patiens, l’opera di maggior valore della chiesa

Vi sono conservate almeno due opere d’arte di grande valore. Il Crocifisso dipinto con il Christus  patiens di Taddeo Gaddi, forse il più importante allievo di Giotto. Suoi gli affreschi all’interno della Cappella Baroncelli nella Chiesa di Santa Croce. L’altra opera è la Madonna in trono col Bambino e i Santi Mattia e Giorgio che tiene al laccio il drago, mentre al centro in basso emerge la figura del committente, della famiglia dei Bardi. Una pala, a lungo attribuita al Maestro di San Giorgio a Ruballa, successivamente  ad Andrea Orcagna e che più di recente alcuni critici assegnano al figlio di Taddeo, Agnolo Gaddi. Da ricordare un capitello in pietra serena, proveniente dall’antica chiesa, e databile intorno all’XI secolo.

il gruppo del Cral di Firenze
In cammino

Prendiamo per San Donato in Collina e dopo poche centinaia di metri scendiamo a destra per via del Fossato. Un cippo ricorda i due partigiani della Brigata Sinigaglia uccisi dai tedeschi il 3 agosto 1944. Continuiamo a scendere verso la valle del Borro di San Giorgio. E’ il Borro Isone, che prende la denominazione dei territori parrocchiali che attraversa. Siamo in località le “Colonie”. Il toponimo ricorda le colonie elioterapiche degli anni Trenta, create per l’addestramento premilitare e per le attività ricreative dei ragazzi. Superiamo il Borro su un ponticello e il sentiero nel bosco torna a salire per diventare una strada sterrata e pianeggiante che ci porta a Montisoni.

Verso l’Antella
Sullo sfondo il campanile
Tra la vegetazione

In cima alla collina si erge, ancora maestosa nonostante lo stato di abbandono, la chiesa di San Lorenzo. Il luogo era conosciuto fin dai tempi antichi. Come dimostra la testa in marmo di epoca romana che fu trovata e che attualmente è conservata nella chiesa di San Quirico a Ruballa. All’inizio del XIII secolo qui si ergeva un castello del quale non restano quasi più tracce. Di quel tempo sono anche le prime notizie della chiesa di San Lorenzo. Ricostruita un secolo dopo, patronato dei Siminetti e successivamente dei Bardi. L’imponente campanile è una torre merlata della seconda metà dell’Ottocento che ha sostituito il precedente, più piccolo e a vela. I lavori furono diretti da Ubaldino Peruzzi e durarono  dal 1865 al 1871. Alla fine del ‘200 a Montisoni c’era un Monastero detto della Croce. Vi arrivavano pellegrini per venerare un frammento che si riteneva appartenesse alla croce di Cristo. Il frammento del Legno Santo aveva acquistato una fama tale che Giovanni Boccaccio ne parla nel Decamerone (ottava giornata, nona novella) quando racconta del giuramento sulla “croce del monastero di Montesone” fatto dal credulone Maestro Simone da Villa. A Montisoni si sono svolte processioni dal ‘700 fino agli anni ’50 del secolo scorso. Erano le rogazioni. Processioni di origine pagana per propiziare il raccolto dei campi, si svolgevano il 25 aprile per la festa di San Marco. A metà anni Novanta a Montisoni ha operato la Comunità di Don Pierino Gelmini per il recupero dei tossicodipendenti. Oggi il luogo è abbandonato e le agave crescono rigogliose.

Le agave crescono rigogliose
Montisoni
L’albero con il tronco spezzato
il Cupolone
Vista da Montisoni

Appena scolliniamo, la valle dell’Arno ci appare in tutta la sua bellezza. Pochi metri ancora, e sulla sinistra del sentiero ecco un albero secolare con il tronco spezzato a metà. Alcuni di noi erano passati da qui poche settimane fa e l’albero era ancora intero. Un fulmine? Le piogge recenti? La strada torna a scendere lentamente. Il giallo e il rosso, nelle loro infinite sfumature, sono i colori dominanti della vegetazione che ci accompagnano fino all’Antella.

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Fonderia D’arte DEL GIUDICE LEONARDO

Fonderia d'Arte di Leonardo Del Giudice

Visitando alcuni giardini pubblici di Bagno a Ripoli, non ho potuto fare a meno di apprezzare alcune scultore che vi sono ospitate. Opere di artisti contemporanei. I materiali per realizzarle sono di natura diversa; alcuni sfruttano materie prime presenti sul territorio come l’argilla, altri la pietra e i metalli. La realizzazione è avvenuta in loco; fornaci per la cottura dell’argilla, fonderie per la fusione di bronzo e ottone. La curiosità mi ha spinto a cercare, dopo che l’artista ha maturato la sua opera, dove nasce la sua creatura e prende forma. Ho voluto visitare la Fonderia d’Arte del Giudice Leonardo.

Nella zona artigianale di Meleto, da gli anni ottanta del secolo scorso, la Fonderia ha la sua sede, anche se la sua nascita ha origini più remote. Mario del Giudice, di origini campane aveva appreso l’arte della fonderia a cera persa nel suo paese. Conobbe e sposò una ragazza fiorentina, negli anni dopo l’ultima guerra, da Napoli si trasferì a Firenze. Il maestro nell’arte della fusione iniziò a lavorare in una vecchia colonica, nei pressi di Antella, “ Il Lonchio “. Da subito apprezzato per il suo talento come riproduttore di opere classiche e rinascimentali in bronzo, ottone e rame.

Il figlio di Mario, Leonardo, fin da piccolo a fianco del padre cerca di carpire i segreti del mestiere. Quando il padre prematuramente viene a mancare Leonardo si impegna a mandare avanti l’attività. La passione per le fusioni si trasmette di generazione in generazione; è la volta dei figli di Leonardo, Giacomo e poi Sarah.

La squadra

Un’infanzia passata a impastare l’argilla, a prender confidenza con il gesso e con la cera. Poi per Giacomo, non ancora quindicenne, si trattò di dare una mano al babbo. Inizialmente, per sua stessa ammissione, non era animato da grande entusiasmo; lavorava tutta la settimana e nei giorni festivi andava da scultori, conosciuti in fonderia, a lavorare per mettere in tasca qualche soldino. Piano piano si faceva un’esperienza e con quella maturava anche la passione. Passione che è diventata amore per quest’arte; ha riprodotto per i Musei Vaticani il Cristo di Pio Fedi, per la Regione Toscana il Pegaso, per il Palio di Siena numerosi masgalani. Il masgalano, un vassoio d’argento, viene assegnato alla Contrada che durante i cortei precedenti la corsa si è distinta per eleganza e dignità di portamento. Il masgalano, dopo il drappellone, è il riconoscimento più ambito. Giacomo ha conosciuto molti maestri della scultura e ognuno ha lasciato in lui un poco della propria arte; da Adriano Bimbi a Marcello Guasti, da Gualtiero Nativi a Marcello Fantoni, Marcello Tommasi, Fuad, fino a Plinio Tammaro e Claudio Nicoli. Da alcuni anni ha voluto esprimersi con proprie creazioni artistiche manifestando il proprio amore per la natura, il mare, le nuvole.

Paesaggio
Nuvole Scala

Giacomo del Giudice ha portato la sua esperienza in Germania, tenendo un corso di Tecniche di Fusione presso l’Università di Münster.
Varcando la soglia del laboratorio di Meleto si ha la sensazione di fare un salto, per mezzo di una fantastica macchina del tempo, in una bottega rinascimentale di scultura. Si viene accolti da Sarah, sorella di Giacomo. Lei ha frequentato il Liceo Artistico a Firenze e poi L’Accademia delle Belle Arti sezione scultura diplomandosi nel 2002 con una tesi, come poteva essere altrimenti, sulla fusione a cera persa.

Sarah Giacomo

Nel ripercorrere la storia della fonderia artigiana, Sarah mostra tutto il suo orgoglio per il lavoro di squadra in fonderia e con questo spirito far fronte alle nuove sfide che negli anni via via si sono presentate. Come quella di lavorare con materiali inusuali: realizzare sculture in zucchero.

Zucchero1
Zucchero2

Nel 2015 la Fonderia del Giudice partecipa alla mostra “ Dolci trionfi e finissime piegature “ apprezzata da un pubblico attento nella Sala di Bona a Palazzo Pitti. L’intento dei curatori della mostra era ricreare l’atmosfera di un banchetto nella Firenze del seicento. Lo scopo era meravigliare gli invitati alla festa con copie di sculture in bronzo realizzate in zucchero. Un successo.

Non dobbiamo pensare che il tempo della fonderia sia regolato soltanto da stampi, calchi, terra refrattaria e grogioli. Sarah racconta che ogni tanto il laboratorio si trasforma prendendo altre sembianze. Con artisti che abitualmente si fermano scatta la voglia di mangiare un piatto di pasta insieme; vengono affiancati due tavoli, si fa un po’ d’ordine, una pentola sul fuoco e via a una spaghettata. Si mangia, si beve, si discute d’arte, si sta insieme. Quando Sarah mi raccontava di questa usanza un lampo mi ha rammentato quello che succedeva nella bottega del pittore Bernardino Barbatelli meglio conosciuto come i’ Poccetti, per la sua abitudine a alzare il gomito. Bernardino Poccetti tutto quello che guadagnava con la sua arte le spendeva in pranzi e libagioni tra compagni di bottega e amici di strada. Oltre all’arte anche queste sane usanze vanno mantenute!
Artisti contemporanei è facile incontrarli nel laboratorio di Meleto. Qui nel 2013 Roberto Barni ha realizzato la scultura “ Passi d’oro “ per ricordare nel ventesimo anniversario le vittime della strage di via dei Georgofili.

Passi d’oro

L’opera è esposta sulla facciata della Galleria degli Uffizi, all’altezza del Corridoio Vasariano, di fronte all’ingresso dell’Accademia dei Georgofili.
Un giovane artista, Francesco Battaglini, ha realizzato molte delle sue opere nella Fonderia del Giudice. Una delle sue sculture recenti è “ Fortezza “ un Pinocchio con zaino in spalla che affronta una strada in salita. Il Comune di Bagno a Ripoli ha acquistato l’opera per il giardino della Casa del Popolo di Grassina.

Pinocchio Fortezza

Nel 2010 Sarah si impegnò nella creazione di un’opera tutta sua dall’inizio alla fine. Una scultura per rendere omaggio a coloro che con sudore e fatica avevano lavorato nei campi. Nacque il “ Seminatore “ , di dimensioni più grandi del naturale, che nella rotatoria all’ingresso della frazione di Strada in Chianti ha trovato la sua dimora.

Seminatore

Il “ Seminatore “ è di un realismo da far meraviglia nell’atto di spargere il seme sulla terra smossa tutt’intorno.
Volontari del paese a novembre, dopo aver arato il terreno, seminano il grano, che nel giugno successivo viene raccolto. Un susseguirsi di gesti che assumono la solennità di un rito.

Un caffè a conclusione del nostro incontro. Si avvicina un giovane e rivolto a Sarah: « Ciao, mamma ci vediamo stasera a cena.» «Ciao Manuel, ricordati di passare a salutare i nonni.» Questo ragazzo l’avevo notato a un banco di lavoro alle prese conun modellino in cera, era molto impegnato. Manuel è il nipote di Leonardo chissà se anche lui voglia proseguire la tradizione di famiglia.

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Medaglia di BRONZO la EMPI DOJO, scuola di karate di Bagno a Ripoli, alla 8^ Golden Cup

by  Martina Metafonti

Dopo la lunga assenza forzata dalle competizioni, risultato delle restrizioni legate al Covid, le rondini della Empi Dojo, scuola di Karate di Bagno a Ripoli, tornano sul tatami di gara. Lo fanno in occasione della 8^ Golden Cup, gara di livello nazionale organizzata dalla FIK (Federazione Italiana Karate), a Cervignano del Friuli (UD) nei giorni 4-5 dicembre.

Se pur di dimensioni molto ridotte, complice soprattutto la lunga distanza da casa dell’evento, la rappresentativa – tutta al femminile – della Empi Dojo ha saputo farsi valere, portando a casa risultati molto incoraggianti. Emma e Martina, le agoniste del dojo che hanno preso parte alla gara, si sono senz’altro distinte nelle proprie categorie per la grinta e l’impegno mostrati. Entrambe alla loro prima esperienza a livello nazionale, in un girone con cinture più alte ed esperte, Emma è riuscita a portare a casa due medaglie di bronzo, una per la disciplina del kata (forma) ed una per il kumite (combattimento). Traguardi molto importanti che hanno senz’altro resi orgogliosi i Maestri del dojo ripolese, Francesca Gentile, agonista plurimedagliata di grande esperienza, nonché coach e accompagnatrice delle ragazze in questa competizione, e Marco Diani, istruttore di esperienza e fondatore del progetto socio-medico-sportivo Karaterzetà, dedicato agli over 60, che vanta una grande partecipazione nei territori di Bagno a Ripoli e dintorni.

Marco e Francesca, allievi del celebre Maestro Michele Romano e della sua palestra Tzubame a Greve in Chianti, hanno messo in piedi l’Empi Dojo da soli tre anni, ma hanno già fra le proprie fila un nutrito gruppo di agonisti, appassionati e dediti a questa arte marziale, che non vedono l’ora di portare a casa altri bei traguardi, nelle competizioni a venire e non solo.

Asd Empi Dojo è un scuola di karate praticante lo stile Shotokan nata nel territorio di Bagno a Ripoli nel 2018. Con dedizione e profonda passione, gli insegnanti Marco Diani e Francesca Gentile, allievi del Maestro Michele Romano, accompagnano allievi di tutte le età alla scoperta di quest’arte marziale così antica ed affascinante. Un’ampia offerta di corsi, che comprende lezioni adatte sia ai più piccoli che ad allievi ultrassesantenni, grazie al progetto loro dedicato, permette a ciascuno di trovare la propria dimensione e di apprendere secondo i propri ritmi. 

Fiore all’occhiello della Empi Dojo è senza dubbio il corso Karaterzetà, nato da un’idea di Marco Diani come progetto socio-medico-sportivo rivolto a persone dai sessant’anni di età, che si propone di insegnare, con movimenti e tecniche adattati ad un fisico non più giovane, i precetti del karate. I comprovati benefici per la salute fisica e mentale osservati negli allievi di questo progetto hanno fatto sì che Karaterzetà venisse esportato anche al di fuori della palestra ripolese, divenendo una realtà riconosciuta a livello nazionale. 

Le lezioni della Empi Dojo sono tenute presso i locali della Casa del Popolo di Osteria Nuova (Via Roma, 448) nei seguenti giorni:

  • Lunedì e Mercoledì 

16:00-17:00 Karaterzetà (karate adattato per gli ultrasessantenni)

17:15-18:15 Giocokarate per bambini dai 5 ai 7 anni e cinture bianche

18:15-19:15 Pre-agonisti (cinture gialle-arancioni) dagli 8 ai 12 anni

19:15-20:15 Adulti principianti e non e Agonisti

  • Venerdì 

16:00-17:00 Karaterzetà (karate adattato per gli ultrasessantenni)

17:15-18:15 Agonisti e Pre-Agonisti

Durante tutto l’anno è possibile fare due lezioni di prova gratuite. Per qualsiasi informazione riguardo ai corsi e alle modalità di iscrizione è possibile contattare gli insegnanti (Marco 3355240713 e Francesca 3474980028) oppure scrivere una mail a empidojo@gmail.com. 

Dalla collina di Belmonte all’Himalaya

Escursione

by Andrea Bettarini

L’Italia, tra la fine dell’ottocento e il primo decennio del novecento con Luigi Amedeo Savoia – Aosta, il Duca degli Abruzzi, si era guadagnata fama internazionale nelle esplorazioni. Filippo De Filippi ,che aveva maturato la sua esperienza in precedenti spedizioni con il Duca degli Abruzzi , a sua vota organizza una spedizione nelle regioni dell’Himalaya che ha prevalentemente uno scopo scientifico. La spedizione italiana del 1913 – 14 nella catena montuosa del Karakorum nell’Asia centrale.

Carta percorso

Filippo De Filippi si avvale per la sua impresa di notevoli competenze di docenti dell’ateneo fiorentino, quali il professor Giotto Dainelli geologo, il professor Olinto Marinelli geografo, il professor Camillo Alessandri meteorologo, il professor Giorgio Abetti astronomo, e dal marchese Nello Venturi Ginori per le sue conoscenze in cosmologia e meteorologia. Inoltre il marchese Nello Venturi Ginori aveva contribuito generosamente a finanziare la spedizione. Personale con conoscenze specifiche in topografia due topografi inglesi: la spedizione doveva attraversare paesi sotto il dominio dell’impero britannico. Esperti in fotografia e geofisica furono reperiti nel Genio Militare.

Se da una parte per Nello Venturi Ginori aver abbandonato l’amato Osservatorio di Belmonte era stato un grande sacrificio, dall’altra partecipare a un’impresa di risonanza internazionale fu un’enorme soddisfazione. Per la prima volta, sottratto al solitario eremo, il marchese si trovò a far parte di un gruppo di alto livello scientifico.

Componenti spedizione

Nella foto i componenti l’impresa, il marchese Nello Venturi Ginori è il primo a sinistra seduto con in braccio Alab un mite setter nero che lo accompagnerà per tutto il viaggio. La preparazione della spedizione richiese alcuni mesi. Si trattava di spedire il materiale necessario ad allestire i campi, rifornire le stazioni di sosta lungo il percorso di indumenti idonei alle alte quote e alle basse temperature, tonnellate di generi alimentari, materiali fotografici e strumenti scientifici. Della logistica e degli approvvigionamenti si occupò il marchese Nello. Preciso, meticoloso è suo un diario di viaggio composto di due quaderni, uno dei quali fortunosamente recuperato in un mercatino di cose vecchie. Questo reperto è custodito presso la biblioteca del CAI di Firenze.

Quaderno diario

Con una calligrafia minutissima e essenziale Nello Venturi Ginori ci informa fin dalla partenza sul procedere del viaggio: Partiti una prima volta al mattino del 24 luglio sul piroscafo “ Porto Said “ della Società Marittima Italiana, si arrivò fino all’altezza del Tino ( Spezia ) quando per un guasto alle macchine si dovè tornare a Genova ….La partenza fu rimandata al 8 agosto da Marsiglia col piroscafo “ Arabia “ della Peninsular & Oriental Co. Dopo circa un mese di navigazione la spedizione raggiunge Bombay.

Nello Venturi Ginori nel suo diario oltre a annotare misure, osservazioni, rilievi naturali e ambientali non mancava di esprimere la sua commozione come quando il 16 settembre 1913, giorno del suo ventitreesimo compleanno scrive di aver ricevuto una lettera di auguri da parte dell’amatissima madre.

Ospiti notabili

I membri dell’impresa ospiti di notabili locali della città di Shigar, nel nord del Pakistan. Il marchese Nello Venturi Ginori è in piedi a destra con accanto l’inseparabile Alab.
La missione scientifica attraversò vaste regioni incontrando popoli di religioni, lingue e costumi diversi accumulando un enorme patrimonio antropologico testimoniato da una sconfinata raccolta di lastre fotografiche. Le immagini ritraggono zone montuose attraversate da corsi d’acqua in profonde gole, superate da ponti di corde intrecciate, monasteri tibetani, fortificazioni millenarie a difesa di popoli invasori, danzatori, giocolieri, pitture di immagini religiose su pareti di santuari. La spedizione ha raccolto tanto materiale lungo il percorso di oltre duemila chilometri nell’arco di tempo di un anno e mezzo.

Monastero
Ponte di corde
Monaco
Resti moschea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La foto del monaco si riferisce ad una moschea, testimonianza di presenze di vari culti religiosi.
Nonostante che la spedizione, nell’intento di De Filippi, dovesse avere uno scopo prevalentemente scientifico, la messe di fotografie. al ritorno in Italia, e pubblicate riscossero un successo inimmaginabile. Per la prima volta il mondo occidentale ebbe una immagine reale di quello che erano, palazzi, monasteri, santuari, feste religiose e civili, usi e costumi di paesi che fino ad allora erano stati descritti attraverso racconti di viaggio e narrazioni orali.

I componenti la spedizione si trovarono ad affrontare condizioni climatiche estreme al limite della sopravvivenza.

Tra vette da raggiungere, misurazioni astronomiche e rilevazioni meteorologiche.

Misure meteo
Misure astronomiche

 

 

 

 

 

 

Per un anno e mezzo non ebbero notizie e contatti con l’Europa se non attraverso il segnale orario captato con un’antenna che permetteva loro di calcolare via via la longitudine del luogo. Una volta arrivati in Russia appresero che nel frattempo era scoppiata la prima guerra mondiale.

Al ritorno in Italia il marchese Nello Venturi Ginori trascorse diversi anni nella quiete e solitudine della villa di Belmonte proseguendo le ricerche astronomiche nel suo osservatorio. Una vita quasi monastica in sintonia con la sua indole. Nell’ottobre del 1927 fu colpito dalla perdita dell’amata madre la contessa Tecla Rucellai. Nello abbandonò villa Belmonte per ritirarsi nel palazzo paterno a Firenze in via della Scala. Spirito sensibile e inquieto partì di nuovo per viaggi solitari intorno al mondo; dal Giappone al Kenia, dalla Siberia al Tanganika. Viaggi documentati da diari e materiale fotografico. Materiale disperso in qualche archivio e che meriterebbe un’attenta catalogazione.

Nota: Le foto sono tratte dal Catalogo della Mostra “ Quando l’Himalaya era più lontano delle stelle “ curata da Massimo Mazzoni e Stefano Anastasi. Accademia dei Fisiocritici Siena 2008
La foto del Quaderno – Diario di Nello Venturi Ginori è dell’autore.

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IL PARADISO RITROVATO …divagazioni sul divin poeta: un successo!!!

È stato un successo!!!

Domenica 28 novembre 2021, si è finalmente compiuto un miracolo? Non lo sappiamo. È comunque stata una bella storia. Una bella pagina di vita cittadina. Una bella pagina ripolese. Laura Forconi e Angelo Paolo De Lucia, un anno fa hanno espresso alla Pro Loco Per Bagno a Ripoli, il desiderio di fare uno spettacolo teatrale con danze storiche: la loro passione. Eravamo per la seconda volta in pieno lock down la voglia di vedere la luce, di tornare in pubblico era tanta. Uno spettacolo per rivedersi, per riunirsi. La necessità di incrociare lo sguardo del pubblico non era personale, era la voglia di rivedersi fra colleghi e appassionati di teatro e di danze antiche. L’anno 2021 ha dato lo spunto: 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Inizia lo sviluppo dell’idea, il coinvolgimento di tutte le compagnie teatrali ed associazioni culturali del territorio ed il SÌ è stato corale. L’idea è piaciuta anche al Comune di Bagno a Ripoli che ha concesso anche la location. Inizia l’avventura. In salita. Il risultato ce lo avrebbero voluto mostrare il 19 settembre, la pioggia di quel giorno non ha permesso lo svolgimento dell’evento nella bellissima campagna di Bagno a Ripoli. Ma ieri È STATO UN SUCCESSO!!!! 3 repliche con il tutto esaurito, applausi e complimenti. Quasi 100 teatranti di tutte le età. Oggi è il giorno dei complimenti e dei ringraziamenti.

La Pro Loco ringrazia la generosa collaborazione dell’associazione LA GIOSTRA DELLA STELLA che ha messo a disposizione buona parte del loro tesoro: i costumi. La CONTRADA ALFIERE di Bagno a Ripoli che è stata protagonista nell’organizzazione. Angelo Paolo De Lucia meriterebbe un articolo a parte ma per adesso si deve accontentare del nostro immenso grazie ed i nostri migliori complimenti. Le compagnie che hanno reso possibile la magia le nominiamo tutte ma vorremmo che ogni singolo attore si sentisse nominato e protagonista dei nostri complimenti.

HANNO PARTECIPATO ALL’EVENTO I SEGUENTI GRUPPI E ARTISTI:

GLI SMEMORATI del RUAH
GLI AMICI DI DINO
PROVANDO E RIPROVANDO
COMPAGNIA COMARIMAGGIO
COMPAGNIA TEATRO DI PONTE A EMA
RICCARDO PRATESI
GIOSTRA DELLA STELLA
ASSOCIAZIONE CULTURALE ALFIERE
MASSIMO SALLEI
VALENTINA
ROBERTO CULLETTA
DUCCIO DEL MATTO
FRANCESCO SIRACUSANO
ANGELO PAOLO DE LUCIA

RINGRAZIAMENTI:
Per il molto impegno profuso nella realizzazione dell’evento
Angelo Paolo De Lucia
Laura Forconi
Sheila Tagliaferro
Benedetta GiannoniPer il supporto tecnico e operativo
Stefano Manfredini
Marco Gelli
Gianluca Daziano
Rosa Pumo
Forconi Marcello

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